mercoledì 24 giugno 2009

MINZOLINI DEL TG1 PEGGIO DI FEDE DEL TG4(E CE NE VUOLE!)

Era già stato previsto che la nomina come direttore rispettivamente del Tg1 di Augusto Minzolini e di Mauro Mazza a Raiuno fossero state mosse studiate a tavolino del regime(vedi:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/05/il-regime-e-la-disinformazione.html)e dopo la prima avvisaglia(vedi:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/05/e-brava-la-rai.html)di uno schiaramento apertamente a favore di Berlusconi,ecco un altro ignobile episodio accaduto l'altra sera sui teleschermi di Raiuno durante l'edizione delle 20 del Tg1.
Il cagnolino Minzolini ha evitato dall'inizio del nuovo scandalo che riguarda il premier puttaniere nelle vicende baresi di informare il pubblico di questi eventi mentre in tutti gli altri giornali e telegiornali è stato dato ampio risalto(sia nazionali che esteri).
Addirittura del caso del giro di prostitute e cocaina che hanno visto protagonista Berlusconi ed i suoi amici anche Emilio Fede ha dato spazio,come sempre a modo suo difendendo il padrone,a tale notizia mentre Minzolini l'ha taciuta a milioni di italiani giustificandosi che è solo gossip e non vi sono al momento ipotesi di reato e di condanne.
Come dire che allora nei telegiornali non si parlerebbe più di nulla così come in tempi più lontani(ad esempio i delitti di Cogne e di Erba che ora hanno i colpevoli arrestati)oppure casi più recenti come quello di Garlasco e di Meredith a Perugia:queste notizie va bene divulgarle ed altre no?
Spero che quell'incompetente di pseudo-giornalista leccaculo di Minzolini venga radiato dall'albo professionale e che venga tolto prima ancora dagli schermi della televisione pubblica per evitare episodi di difesa personale nei confronti del presidente corruttore come quello dell'altra sera.
A supporto di quest'ultimo anti-scoop giornalistico l'articolo segnalato da"Senza Soste"tratto dal "Manifesto"di ieri a cura di Micaela Bongi.
TG1, la voce del regime.

Tg1 nella bufera. Il presidente Rai Garimberti convoca il direttore Minzolini e lo invita a rispettare «la completezza dell'informazione». Ma lui va in video e attacca: «Bari? Solo gossip e strumentalizzazioni» L'opposizione insorge, il cda ne discute domani. E il Pdl fa scudo al suo cronista: «Lo vogliono intimidire».
La procura di Bari indaga sull'ipotesi di induzione alla prostituzione (l'«utilizzatore finale» sarebbe Silvio Berlusconi, come dice il suo avvocato), e il Pdl cerca di spostare l'attenzione su Massimo D'Alema che tre giorni prima aveva previsto «scosse» in arrivo. Il Tg1 nasconde per giorni quella notizia evitando di far capire su cosa si indaghi o semplicemente parlando d'altro, e il partito del Cavaliere si scaglia contro Nino Rizzo Nervo, consigliere d'amministrazione Rai che arriva a ipotizzare, per il direttore della testata ammiraglia Augusto Minzolini, il licenziamento per giusta causa.Con le dita si cerca di nascondere la luna. Ma come il caso Bari, anche il caso Tg1 resta tale. E così, il suo direttore, il re del retroscena folgorato sulla via della «notizia certa», dopo essere stato per tutta la giornata nell'occhio del ciclone a sera rompe gli indugi. E con un editoriale nell'edizione delle 20 si giustifica di fronte ai telespettatori facendo da scudo umano a Silvio Berlusconi: nessuna omissione, ma solo «una posizione prudente sull'ultimo gossip del momento». Perché, spiega Minzolini, «dentro questa storia piena di allusioni, testimoni più o meno attendibili e rancori personali non c'è ancora una notizia certa e tantomeno un'ipotesi di reato che coinvolga il premier e i suoi collaboratori». Segue lezione di giornalismo: «Accade che semplici ipotesi investigative e chiacchiericci si trasformino in notizie da prima pagina nella realtà virtuale dei media o per strumentalizzazioni politiche o per interessi economici». E per dimostrare la sua imparzialità, Minzolini ricorda «quando si tentò di colpire il presidente del consiglio di allora strumentalizzando la foto che ritraeva il suo collaboratore in una situazione definita scabrosa». Il caso Sircana, la cui foto in macchina vicino a una trans fu pubblicata non da Repubblica, ma dal Giornale. Ma insomma, come che sia sul Tg1 i «processi mediatici» non troveranno spazio: la linea è questa e questa, assicura Minzolini, resterà. Il Cavaliere può continuare a contare sull'uomo che ha catapultato alla guida del principale telegiornale della tv pubblica.L'opposizione è vieppiù sconcertata: «Il direttore del Tg1 ha liquidato un'inchiesta che è sulle pagine di tutta la stampa internazionale come semplice gossip», trasecola Pancho Pardi, Idv. «Minzolini è l'unico direttore di giornale del mondo occidentale a considerare 'non notizie' le notizie che da settimane coinvolgono il presidente del consiglio», concorda Paolo Gentiloni, Pd.I democratici, che protestano da giorni, già prima del clamoroso «editoriale» di Minzolini avevano alzato il tiro: chiamando in causa la commissione di vigilanza, i vertici della tv pubblica, persino la Corte dei conti, ipotizzando un «danno erariale all'azienda» (Roberto Giachetti). Nel corso della giornata, anche il presidente del cda di viale Mazzini, Paolo Garimberti, batte un colpo. A mezzogiorno chiama a rapporto Minzolini (già venerdì scorso gli aveva fatto una telefonata) ricordandogli che il servizio pubblico sarebbe tenuto alla «completezza e trasparenza dell'informazione».E subito il Pdl fa quadrato attorno all'ex giornalista della Stampa. Il contrattacco parte dal cda. Il consigliere forzista Verro si concentra su Rizzo Nervo le cui dichiarazioni, un gesto «imprudente e irresponsabile» di «natura censoria», rischerebbero di «delegittimare l'attività del consiglio» esponendolo «a forti pressioni esterne» (che novità...». L'altro consigliere forzista (ex Mediaset) Alessio Gorla, anticipa l'intervento serale di Minzolini: «Sono certo che non mancherà di informare i suoi ascoltatori in presenza di notizie certe». Poi scende in campo il viceministro alle comunicazioni, Paolo Romani: «Le parole di Rizzo Nervo suonano come una vera e propria minaccia nei confronti di Minzolini. Si vuole intimidire il neo direttore del Tg1 creando un clima di forte tensione». E se dal partito del premier è un coro contro il consigliere d'amministrazione del Pd, spetta a Maurizio Gasparri il compito di occuparsi anche di Garimberti: «Il presidente della Rai farebbe bene a garantire l'autonomia del direttore della principale testata dell'azienda». Ma per carità, non si parli di intimidazioni.Come sottolinea Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa, il problema però non è solo Minzolini, perché «i direttori decidono gerarchia e impostazioni dei giornali. Ciascun giornalista e ciascun collettivo redazionale hanno il compito di far vivere la democrazia nei processi di formazione delle scelte redazionali. C'è bisogno di una riflessione anche di categoria». Eppure il comitato di redazione del Tg1 tace. Interviene invece quello del Tg3 («l'informazione democratica è un dovere») rispondendo duramente a chi, come Alessio Butti (ancora Pdl), difende la testata ammiraglia perché non si comporta da coiffeur pour dames.In questo clima incandescente domani il caso Tg1 approderà nel cda Rai (sarebbero all'ordine del giorno anche altre nomine targate palazzo Grazioli) e in commissione di vigilanza: l'ufficio di presidenza deciderà se ascoltare a San Macuto Augusto Minzolini.

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