martedì 16 giugno 2009

SALUTI LOMBARDI


Parlando solo della Lombardia e solo di due casi che mi sono capitati sotto mano è sconcertante il ricorso al saluto romano nelle ultime settimane per aizzare la folla stupida o festeggiare una vittoria politica.
Il due giugno a Lecco un altro ministro creato ad hoc dal presidente spazzino,quella incapace della Brambilla ex presidentessa dei circoli della libertà premiata col ministero del turismo,durante un comizio ha ostentato il saluto romano producendo giustificate ed aspre polemiche soprattutto nell'Anpi locale che hanno manifestato al di fuori dell'azienda di famiglia della bastarda in questione(articolo del"La Stampa.it a firma di Elena Lisa ripreso da Indymedia Lombardia).
Qui a pochi chilometri,precisamente a Castelleone ex roccaforte di Rifondazione Comunista ora passata dopo il voto del primo weekend di giugno sotto le grinfie della destra del Pdl e soci,con gli esponenti della nuova maggioranza beccati a salutare fascisticamente la piazza direttamente dal balcone del palazzo comunale.
Cosa che ricorda molto quello che successe col"democraticissimo"sindaco Bruttomesso all'indomani della vittoria a Crema quando sul balcone del proprio ufficio assieme ai suoi futuri amministratori cittadini tolsero e strapparono la bandiera della pace.
Tutti gesti questi che con la parola"Libertà"non ci azzeccano proprio un gran cazzo...questi portatori di sicurezza,tranquillità e benessere economico fin dalle prime ore si sono fatti identificare per quello che veramente sono:fascisti.
L'articlo appena sotto tratta la questione castelleonese grazie all'articolo di Gionata Agisti sul sito cremasco di"Crema On-line".

Alcuni esponenti della nuova maggioranza imitano il Duce dal balcone del palazzo comunale. Il Pd insorge.

Castelleone - Non sono trascorsi che pochi giorni dalle elezioni comunali e dalla vittoria della nuova amministrazione, targata Camillo Comandulli, che subito scoppia la polemica. A non lasciarsi sfuggire l'occasione, effettivamente ghiotta, è il circolo locale del Partito Democratico, che accusa alcuni esponenti della maggioranza di saluto romano alla piazza, la sera della vittoria e proprio dal balcone del palazzo comunale.

Il Pd vigilerà sul rispetto delle istituzioni.
“Incominciamo bene”, titola il volantino preparato dal Pd e affisso nella sua bacheca sotto i portici. I democratici promettono che vigileranno perché simili episodi, che rievocano “una tragica memoria”, non si traducano in disprezzo, più o meno velato, dell'istituzione comunale ma a intervenire in prima persona per calmare le acque è lo stesso sindaco Comandulli, che ammette che qualcosa è effettivamente successo, a causa del clima di euforia post vittoria, invitando però a non esagerare l'episodio del gesto, rivolto esclusivamente a degli amici e senza intenzione di mancare di rispetto a nessuno.

“Solo calore umano e cortesia”.
“Gli unici veri saluti che si sono scambiati sono stati di calore umano e di cortesia, tra la squadra vincitrice e l'elettorato venuto a omaggiarla. Cortesia e calore umano spesi spesso nei confronti di tutti. Arrivati in Comune, abbiamo trovato solo tanto lavoro da affrontare e lo affronteremo con la serietà e il senso civico che ci hanno mosso a questo impegno. Auspichiamo che l'interesse verso il nostro operato sia mosso da critiche costruttive, che ci aiutino a fare meglio per Castelleone, sapendo che questo è l'intento comune.”
Dopo il saluto romano l'ira dei partigiani contro la Brambilla.
NEL MIRINO IL MINISTRO DEL TURISMO.Dopo il saluto romano l'ira dei partigiani contro la Brambilla.
LECCO-A pochi chilometri da Pontida, dove il popolo padano ha celebrato il suo leader Bossi, a Calolziocorte, piccolo Comune alle porte di Lecco, l'Anpi, associazione nazionale dei partigiani, e il Comitato per la difesa della Costituzione hanno dato vita alla giornata anti-Brambilla.
Circa cinquanta persone, scortate dagli agenti della Digos, della polizia e dai carabinieri, sono arrivate alla spicciolata - la Questura non ha permesso un corteo - davanti ai cancelli chiusi delle «Trafilerie Brambilla», in corsoEuropa, e qui, aiutate da un registratore, hanno intonato «Bella Ciao». Sulle loro spalle cartelloni e gigantografie delle foto, scattate il 2 giugno scorso e pubblicate dalla Gazzetta di Lecco, che immortalano la neoministra al Turismo mentre sul finire dell’inno diMameli saluta gli uomini dell’Arma col braccio destro teso e alzato. Saluto che non hanno digerito specialmente gli ex partigiani. Per questo ieri mattina hanno protestato cantando all'ingresso dell'azienda della famiglia Brambilla e, nel pomeriggio, hanno perfezionato una formale denuncia da presentare in procura.
Ad assisterli Maria Grazia Corti, penalista di Lecco. L'esposto dell'associazione affiancherà quello già depositato dal deputato Pd Lucia Codurelli, presente alla stessa festa dell'Arma, che stava poco distante dal braccio della Brambilla e da quello, sempre alzato ma piegato, del padre della ministra, anche lui sul palco con le autorità. Ciò che l'Anpi chiede di accertare alla magistratura - così come per l'indagine avviata dalla procura di Milano sulla «guardia nazionale» e le «ronde nere» - è se il ministro del Turismo abbia violato o no la legge Scelba, in vigore dal 1952, che punisce la ricostituzione e l'apologia del fascismo. Anche attraverso i suoi simboli.
Portavoce della battaglia contro il pericolo di potenziali rievocazioni è un'ottantenne di Lecco, Giancarla Pessina, presidente dell' Anpi provinciale che con l'esposto dice di voler soprattutto «cercare chiarezza ».E poi aggiunge: «Vogliamo sapere se quella norma è ancora valida. Le leggi sono cose serie. Ci sono ministri e sottosegretari che ripropongono pubblicamente simboli fascisti e poi, quando gli vengono chieste spiegazioni, ci scherzano su. Noi, invece, su quell’inferno vissuto sulla nostra pelle non abbiamo nessuna voglia di ridere».
Dal ministro, del resto, che ha parlato di «strumentalizzazioni politiche della sinistra impegnata a discutere sulla distensione del mio braccio in mancanza di argomenti seri», non è arrivata alcuna smentita o «quanto meno parole che indichino - dice la presidente Anpi - una presa di distanza se non dai simboli che ricordano quel ventennio almeno dalla politica fascista. Forse la Brambilla ha solo voluto mettersi in mostra».

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