giovedì 25 giugno 2009

SENZA TITOLO

Oggi che fatica per poter scegliere un titolo adeguato a quello che mi sento di voler comunicare sugli scontri in Iran degli ultimi giorni,parole che si rincorrono in testa da diverso tempo sul cosa dire e come farlo.
Ho scelto di non scegliere perchè le idee erano troppe ma non per questo confuse,anzi erano proposte tutte valide e sensate:poteva essere"Teheran come Genova"(o come Atene,Madrid,
Milano,Londra,Soweto),oppure"Polizia di tutto il mondo vergognatevi"(ed eliminatevi)o anche"La protesta non si ferma"o"Il sangue versato per la libertà".
Anche l'etichetta del post potrebbe essere stata"polizia assassina"o"proteste"ma ho preferito porla nell'inseme della"politica"anche per le riflessioni che possono nascere dalle dichiarazioni degli articoli che seguono:il primo de"La Repubblica.it"a firma di Vincenzo Nigro ed il secondo di "City"(il giornalino dei metrò)a cura di B.M.
Tutte le foto pubblicate,da quella di Carlo Giuliani,a quella di Neda ammazzata a Teheran,a quella di una vittima di un pestaggio ancora accaduto a Genova fino ad una foto storica dove il capo della polizia di Saigon sparò in testa ad un vietcong,propongono immagini che hanno tutte un'origine comune,una stessa matrice:la violenza,l'abuso,la forza dell'ordine dispensatrice di morte.
E non so se le dichiarazioni del ministro degli affari esteri Frattini e di molte personalità politiche e non di quasi tutti gli schieramenti sia italiani ed internazionali mi facciano più ridere piuttosto che farmi provare reazioni di disgusto e di odio.
Secondo loro(ma anche per me)i manifestanti picchiati e ammazzati in Iran sono vittime di un regime che usa la polizia per reprimere la protesta di comuni cittadini di frontre ad un sopruso che avrebbero subito,in manifestazioni che tutti all'estero hanno appoggiato.
Quello che non mi trova in sintonia verso queste dichiarazioni è il fatto che quando questi movimenti di protesta accadono in Italia o nell'occidente in generale i manifestanti da vittime passano a criminali violenti,mentre il regime è il potere votato democraticamente dall'elettorato e la polizia è solo il braccio che deve controllare,sedare e reprimere queste contestazioni.
L'ultimo articolo proposto include frasi come“ci stavano aspettando. Avevano armi e tenute antisommossa. È stato come cadere in una trappola per topi. Ho visto molta gente con braccia, gambe e teste rotte. Sangue dappertutto e gas lacrimogeni come in guerra. È stato un massacro”,
oppure"ci sono stati tantissimi arresti;giovani e anziani, picchiati e portati via come animali"al posto di riportare Teheran come origine dei fatti poteva benissimo mettere Genova con data luglio 2001.
Questo comportamento tipico italiano del due pesi e due misure dovrebbe far riflettere sull'ipocrisia che regna sovrana ai vertici dello stato,un offuscamento mentale che condiziona le decisioni dell'escutivo che poi ricadranno sul popolo.
Voglio vedere come verranno accolte le prossime manifestazioni di protesta contro il G8 che avverranno a L'Aquila tra una decina di giorni,vorrei sentire e vedere le dichiarazioni dei nostri governanti e di quelli delle altre nazioni,se chi manifesterà sarà un criminale violento pronto a mettere a ferro e fuoco la città oppure dei cittadini che hanno sacrosanto diritto di contestare ciò che non ritengono giusto.
Staremo a vedere e per ora mi limito a non commentare ciò che sta accadento in Iran se non la violenta reazione ingiustificata della polizia serva di un regime...ne più ne meno come quello italiano.
Quando sono stato in Iran nel novembre 2007 avevo quasi un presagio che se non l'avessi visitato in tempo per parecchi anni non avrei potuto andarci,ma lo credevo soprattutto per il fatto di una possibile invasione americana(ipotesi non ancora tramontata,anzi...)e non per una rivolta intestina al paese(se poi appoggiata o meno dall'occidente non saprei ma penso di sì).
Ho conosciuto il fiero popolo iraniano che non fa parte erroneamente come si dice da giornalisti e politici del mondo arabo ma bensì si ritengono orgogliosamente persiani(come dire a me che sono di Ombriano o di Brescia,con tutto il rispetto verso gli amici ombrianesi e bresciani!)e questa gente è istruita molto più di noi,per non parlare della loro cultura che alla maggior parte degli italiani possono metterci i piedi in testa,umili ed ospitali ma che come si vede a tirar troppo la corda s'incazzano pure loro.
Per maggiori notizie sullo splendido Iran che ho avuto la fortuna di conoscere rimando al post etichettato nei viaggihttp://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2008/06/viaggio-in-iran.html
L' Iran dice no al vertice G8 di Trieste Frattini: Lieto che abbiano deciso così.
ROMA - L' Iran non è più un ospite gradito alla riunione dei ministri degli Esteri del G8 di Trieste. Ma il ministro degli Esteri Franco Frattini riesce ad evitare di dover esser lui a cancellare l' invito per il collega iraniano Manoucher Mottaki: impegnati nella gestione della loro crisi interna, fino a ieri da Teheran i diplomatici iraniani non avevano dato neppure mezza risposta all' invito italiano, avanzato ormai da mesi. «A questo punto noi consideriamo che l' invito non sia stato accettato: devo dire che le condizioni per avere il ministro iraniano al tavolo del G8 c' erano fino a pochi giorni fa, ma sono cambiate del tutto con la repressione che sta seguendo il voto», dice ai suoi collaboratori il ministro degli Esteri: «È un peccato, ancora un' occasione di dialogo mancato, ma non sarebbe stato possibile fare altrimenti: anzi se non avessero tardato loro a risponderci, avremmo cancellato noi l' invito a un governo che crea imbarazzo nel mondo». Frattini già dalla domenica successiva al voto, dopo le prime proteste ma prima ancora delle violenze più dure, aveva iniziato a correggere la rotta, la linea scelta dall' Italia per gestire il vertice di Trieste dedicato a Pakistane Afghanistan, una riunione in cui per la seconda volta si sarebbero incontrati allo stesso tavolo Hillary Clinton e Manoucher Mottachi. Ma la repressione in Iran ha ricordato ai membri del G8 quale sia il volto del governo Ahmadinejad, e tra l' altro una frattura al gomito impedirà alla stessa Hillary di volare fino a Trieste: il facciaa faccia Usa-Iran comunque non ci sarebbe stato. Prima di confermare la cancellazione dell' invito all' Iran, Frattini aveva fatto un' altra mossa di attenzione verso i giovani dell' onda verde che scende in piazza a Teheran. Il ministro ha annunciato infatti di aver dato istruzioni all' ambasciata a Teheran di dare assistenza ai manifestanti feriti durante gli scontri di piazza, un' idea della presidenza svedese della Ue che l' Italia ha voluto adottare immediatamente. «L' Italia continua a monitorare direttamente l' evoluzione della situazione in Iran e ripete l' invito alle autorità iraniane a giungere ad una soluzione pacifica della crisi, verificando con completezza e imparzialità quale sia stata la volontà espressa dal popolo, e a favorire la cessazione delle violenze e ad evitare ulteriori spargimenti di sangue». La svolta, l' indurimento della posizione della Farnesina, arriva non solo grazie al coordinamento con gli altri partner europei, ma anche a fronte del montare della protesta politica in Italia. Il più autorevole ad intervenire è il presidente della Camera Fini: «Sull' Iran io credo che l' Italia non possa fare nulla di diverso rispetto a quanto fanno le altre democrazie occidentali». Di tutto questo (e soprattutto del programma nucleare di Teheran) si parlerà molto diffusamente oggi a Roma con un altro ospite: Bibi Netanyahu, il primo ministro di Israele. «La nostra posizione è chiara - ha detto ieri il suo portavoce - sull' Iran e il suo programma nucleare non bastano le parole».
Iran nel caos, nuovi scontri “Ci stanno massacrando”.

Dopo le elezioni un’altra giornata di violenze in Iran raccontata sul web dagli oppositori. Monito della Guida suprema: “Non cederemo mai alle pressioni”.
TEHERAN - “Ci stavano aspettando. Avevano armi e tenute antisommossa. È stato come cadere in una trappola per topi. Ho visto molta gente con braccia, gambe e teste rotte. Sangue dappertutto e gas lacrimogeni come in guerra. È stato un massacro”. Così raccontava ieri su Twitter uno dei blogger iraniani che, nonostante la censura di Teheran, è riuscito a mettere in rete il breve messaggio per descrivere cosa stava accadendo.

“Picchiati come animali”.
Secondo il racconto dei blogger (le informazione sull’Iran arrivano ormai solo dal web perché ai pochi giornalisti stranieri rimasti non è consentito seguire le manifestazioni), rispondendo all’appello del leader dell’opposizione Hossein Mousavi, diverse centinaia di persone si sono riunite in piazza Baharestan, vicino al Parlamento: improvvisamente le cariche delle forze dell’ordine e della milizia Basiji (armata di bastoni e spranghe). Qualcuno parla di spari e di una donna morta. Mentre su Youtube è stato messo un video dove si vede un ragazzo, in fin di vita, con la camicia completamente insanguinata. “Ci sono stati tantissimi arresti - scrive un altro blogger - giovani e anziani, picchiati e portati via come animali”. Secondo notizie ufficiali sono diverse centinaia le persone arrestate e almeno 17 quelle uccise negli ultimi giorni. Tra queste Neda Agha-Soltan, la giovane diventata il simbolo delle proteste: secondo l’agenzia ufficiale Irna, potrebbe essere stata uccisa perché “scambiata per la sorella di un terrorista”.
Nessun passo indietro
Intanto il governo continua a vietare le manifestazioni sostenendo che dietro ai disordini ci sono “Gran Bretagna, America e regime sionista” (cioè Israele). La Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, ha ribadito che le proteste non potranno far cambiare il risultato delle elezioni: anche il riconteggio parziale del 10% dei voti, deciso dal Consiglio dei Guardiani, ha riconfermato la vittoria di Ahmadinejad. Tuttavia crescono i malumori dentro l’establishment. Secondo Al Arabiya, le forze di sicurezza iraniane avrebbero arrestato un generale dei Pasdaran (il corpo d’elite dei Guardiani della Rivoluzione), Ali al Fadly, perchè aveva rifiutato di ordinare alla sua divisione di reprimere le manifestazioni di protesta.

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