venerdì 23 ottobre 2009

VESPA-SIANO

Ha messo il broncio Bruno Vespa quando gli è stato negato l'aumento dello stipendio proposto dall'altro berlusconiano Mauro Masi il direttore generale Rai:il passaggio a 1,6 milioni di Euro minimi garantiti(che con presenza,premi e speciali arrivano a 2)per ora è congelato visto che il consiglio d'amministrazione ritiene esagerato tale compenso.
E lui che fa?Tira in ballo i morti(Enzo Biagi)e sputtana i colleghi:che gli stipendi in Rai,pagati dal canone e sostenuti abbondantemente dalle nostre tasse e tasche abbiano bisogno di ritocchi in ribasso è ovvio è giusto,tuttavia come primedonne i dipenenti della tv di Stato reclamano sempre di più.
Che poi sia Vespa piuttosto che Santoro,Fazio o la Bignardi,Baudo o i super pagati ospiti sanremesi,tutti dovrebbero vedersi decurtati gli stipendi e di una bella somma,e come tutti i dipendenti pubblici si dovrebbe sapere ciò che percepiscono.
Detto questo se proprio Vespa non volesse rinunciare al suo aumento avrebbe notevoli possibilità di passare in Mediaset e continuare a fare quello che compie in Rai,ovvero il cagnolino leccaculo prima di Andreotti e poi di Berlusconi e del suo regime,due persone mafiose che hanno fatto dell'Italia il banchetto dove pasteggiare alla faccia degli italiani:Bruno Vespa è il cesso dove Berlusconi caga e piscia con grande gaudio del ricevente.
Segue un breve commento al peperoncino di Rita Pani tratto da Toscana Indymedia mentre sotto la foto del vespasiano c'è l'articolo del Corriere.it.

Il paniere di vespa.

La RAI ha temporaneamente bloccato il rinnovo del contratto di Bruno Vespa, il grande leccaculo di stato, per cui era prevista una somma (oltre 2 milioni di euro annui) che un lavoratore non riesce a guadagnare neanche lavorando tutta la vita.
Prima che me lo dica qualcuno, sì, io sono comunista, ho tre narici, sono nipote di Stalin, mangio bambini bolliti, e peggio di tutto voglio abolire la proprietà privata. Che effetto fa, in un paese in cui si muore per povertà, in cui non si riescono a pagare le bollette, a mettere insieme il pranzo con la cena, in cui finalmente le banche devono fare la cortesia di sospendere i pagamenti dei mutui non solo a chi ha perso il lavoro, ma persino a chi ha perso un coniuge, leggere la nevrastenia di bruno vespa, urtato per non aver visto il suo contratto rinnovato?C’è qualcuno che riesce a spiegarsi perché per il contratto di un lavoratore precario a contratto di schiavizzazione la retribuzione è ferma a sei anni fa, mentre il contratto di vespa prevede un incremento di inflazione del 22%? Esistono forse più statistiche, o magari quella esatta è quella che solo vespa può far rivalere in fase contrattuale? Il contratto dei metalmeccanici approvato con i finti sindacati qualche giorno fa, prevede un aumento di 15 (quindici) euro mensili a partire dal 2010. Ho letto le signorili dichiarazioni dell’esimio puzzone, che è riuscito a tirare in ballo anche i contratti che la RAI fece a Enzo Biagi, e per fortuna anche la pronta risposta di Loris Mazzetti. Non sono i soldi a far di un figuro simile una persona. D’altronde non ci si poteva attendere il silenzio dignitoso da uno che la dignità l’ha persa da tanto. Si facesse pagare a botta, come ha sempre fatto la D’Addario dal suo utilizzatore finale, tanto è lo stesso.
Il conduttore: «Giusto approfondire, ma si pubblichino le cifre di tutti».
«Troppo costoso il contratto di Vespa».
Il Cda della Rai rinvia il rinnovo: «Troppo oneroso, bisogna contenere le spese».
ROMA - Non è passato in Cda Rai il rinnovo del contratto di Bruno Vespa. L'ipotesi portata dal direttore generale, Mauro Masi, all'attenzione degli amministratori dell'azienda di viale Mazzini non ha avuto il via libera. Il contratto in questione deve in qualche maniera «essere coerente» - come è stato sottolineato in alcuni interventi, a quanto riferisce l'Agi - con la situazione generale dell'azienda e non invece in contraddizione con la necessità di contenere i costi. A sollevare il problema sul rinnovo del contratto al conduttore di 'Porta a Porta' è stato peraltro un consigliere della maggioranza, cui è seguito poi l'intervento - per la minoranza - di Nino Rizzo Nervo. Dal canto suo il presidente Paolo Garimberti ha preso atto delle posizioni che venivano espresse, come pure il direttore generale Masi. E alla fine, insieme ad altri temi all'ordine del giorno rimandati ad una nuova riunione (come l'audizione del direttore di Raidue, Massimo Liofredi), è stato deciso un riesame complessivo del contratto di Vespa, da sottoporre più in avanti nuovamente all'attenzione del consiglio di amministrazione di viale Mazzini. L'ipotesi di nuovo contratto - durata triennale - che era stata portata in Cda prevedeva - a quanto riferiscono alcune indiscrezioni - un compenso 'minimo' di 1,6 milioni di euro l'anno, ma poi la misura reale del compenso per il conduttore è data dal meccanismo delle sue presenze in programmi Rai, dal numero degli 'speciali' realizzati, e dal numero delle prime e seconde serate di 'Porta a Porta', il che finisce con il far lievitare il 'minimo garantito'.

VESPA - «Mi pare giusto che il Cda della Rai abbia chiesto un approfondimento su tutti i contratti da rinnovare e non soltanto sul mio», ha replicato Vespa. «Si potrà così constatare che alcuni elementi del mio contratto risalgono al 2001 e altri al 2004. Se si pensa che quando entrerà il vigore il prossimo contratto l'inflazione del decennio sarà intorno al 22%, sarà più facile ragionare». Poi il conduttore si dice dispiaciuto che «le fughe di notizie riguardino sempre e solo il mio contratto. Mi dispiace che si dimentichi che nel 2001 il direttore generale Cappon stabilì lui la cifra, calcolando il 15% in meno di quanto offerto a Gad Lerner e Fabio Fazio per due trasmissioni meno importanti che mai si fecero. Mi dispiace che non si pubblichino i contratti del compianto Enzo Biagi, il contratto precedente e quello attuale di Fabio Fazio, quello di Daria Bignardi e altri ancora. Io sono pronto a confrontarmi pubblicamente con tutti. Peccato che mi manchino gli interlocutori».
RAISAT - Il Cda della Rai ha poi deciso di riportare RaiSat, finora società consociata, tutta dentro l'azienda di viale Mazzini. La decisione è maturata dopo il fallimento della trattativa con Sky e la logica è quella - come sottolinea il consigliere Rodolfo de Laurentiis - di operare un «passaggio ineludibile di riportare dentro l'azienda una struttura che serviva a Sky e che ora, con il digitale terrestre, garantisce i suoi canali in maniera free. Non aveva quindi senso tenere RaiSat in quella situazione».

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