martedì 8 giugno 2010

IO SONO CALDEROLI,OINK!

Un uomo un perché potrebbe essere IL sottotitolo alla biografia di Calderoli(che mi sa nei precedenti post in cui si è fatta menzione al ministro acefalo padano l'avevo sempre scritto come Calderoni,boh,mi sa di sì però)che a cadenza regolare esce con boutade degne dell'irraggiungibile premier pagliaccio Berlusconi.
L'articolo di Bill Shankly per"Senza Soste"ricorda alcune di quelle uscite che in un caso ha portato ad una strage in Libia,accennando alle ultime sui premi sui giocatori della nazionale che non poco mi ha fatto ridere in quanto si sono scontrati il porco padano contro i ratti fascisti Buffon e Cannavaro.
Un personaggio come lui politicamente parlando non poteva che rientrare nell'elite della gerarchia di regime assieme a nomi come Maroni,Gelmini,Brunetta e Bondi,degli approfittatori incapaci messi sulle poltrone giuste riguardo la loro ignoranza d'impiego.
Vai avanti così maiale del nord,che a novembre facciamo festa e ti insacchiamo!

Calderoli, caso umano o caso politico?

Fino a non molti anni fa il ministro Calderoli poteva essere considerato un caso umano che, grazie ad una crisi della politica e ad un impoverimento dell'espressività sociale, aveva trovato un altrimenti insperato palcoscenico politico.Calderoli si era infatti fatto largo nel teatrino della politica, vincendo una non invidiabile concorrenza, come portabandiera della castrazione chimica. A onor del vero lo stesso Calderoli qualche volta ha parlato di castrazione tout court nei momenti in cui il pubblico era più incline all'ascolto di simili ipotesi di disegni di legge.Calderoli comincia a diventare un caso politico quando viene scelto, all'epoca del secondo governo Berlusconi, come uno dei quattro saggi (eh si) che avrebbero discusso la riforma della costituzione. E così Calderoli è diventato uno dei "saggi di Lorenzago", dal nome della località montana in cui al riparo dalla calura estiva romana si discuteva della costituzione in attesa dell'inizio del campionato, che si è messo in questo modo in diretta concorrenza storica con Luigi Einaudi e Terracini.Se la vicenda Calderoli si fermasse alla farsa, tanto la castrazione non è diventata legge e la costituzione di Lorenzago non è qualcosa di diverso da un menu turistico, in fondo si potrebbe rimanere contenti. Arricchiti da un pò di colorito trash italiano, anzi padano, di inizio secolo. Il problema è che le comparsate di Calderoli hanno provocato il dramma anzi la tragedia. Chi ricorda quando questo signore si presentò al tg1 con una maglietta "antiislamica"? Bene, anzi malissimo, dodici morti in Libia in una manifestazione di protesta contro questa maglietta . Praticamente una strage di piazza Fontana a causa dei problemi di irrisolto esibizionismo del ministro Calderoli. Che allora fu costretto a dimettersi immediatamente, si sa Gheddafi a casa Berlusconi conta, sembrando sulla strada dell'irreversibile e meritato declino.Eppure neanche i rapporti non proprio cristallini con Fiorani, il banchiere che faceva la cresta sui conti dei defunti, sono riusciti a far terminare la carriera politica di Calderoli. A questo punto se uno fosse un parlamentare del PSI mandato a casa in nome della moralità pubblica, qualche punta di invidia ce l'avrebbe. Perchè ai Calderoli sono concessi dei comportamenti altrimenti impossibili nella (giustamente) vituperata prima repubblica. Perchè se è vero che ai temi di re Bettino, se eri caduto in disgrazia provocando dodici morti, ti riciclavano questo non accadeva riportandoti alla poltrona di ministro (o almeno non subito). Invece il prode Calderoli, non appena Berlusconi è tornato al governo, è stato fatto subito ministro. Da allora ci delizia nelle sue performance di inceneritore di testi di legge di fronte ai giornalisti (colta citazione di Fahrenheit 451?) e di fabbricante esternazioni che sembrebbero estreme anche nei bar in cui si beve grappa la mattina. L'ultima irresistibile polemica di Calderoli riguarda i premi dei calciatori della nazionale ai mondiali e l'italianità dei giocatori dell'Inter. Fattosi provocatore più fine, Calderoli ha parlato di un solo giocatore italiano dell'Inter, citando Materazzi, e lasciando intendere di conseguenza che l'altro italiano della squadra milanese quello nero (Balotelli) proprio italiano non è. Certo, quando si hanno straordinari esegeti come il tg5 e il tg1 di Minzolini certe finezze sfuggono però si finisce in prima notizia lo stesso. E così nonostante il sovrapporsi di crisi finanziarie, globali, catastrofi ecologiche e guerre in corso, Calderoli conquista la prima pagina in polemica con Buffon e La Russa. In fondo complimenti, non era facile.Resta la domanda di fondo: caso umano o caso politico? Nella Germania di Hitler un editore pornografico, Julius Streicher, diventò direttore del giornale più influente del partito e poi si lanciò nell'editoria per bambini specializzata nell'educazione antisemita per l'infanzia. Finì processato a Norimberga. Per rispondere definitivamente a questa domanda di fondo ci si augura che per Calderoli non sia necessaria una Norimberga ma quel discreto, veloce passare agli archivi che rende possibile studiare il caso con il senso storico della distanza. Quella distanza che viene dalla sensazione che un certo periodo è definitivamente finito.

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