sabato 14 gennaio 2012

SI LEGGE ROMA SI PRONUNCIA FASCIOMAFIA

Ultimamente Roma è balzata al disonor di cronaca per i continui delitti e gambizzazioni di criminali quasi sempre fascisti che pare si torni alle faide mafioso-camorristiche che facevano traboccare quotidianamente a fine anni ottanta inizio anni novanta i telegiornali di morti ammazzati.
La svolta sicuratiaria e repressiva che ha portato all'elezione di Alemagno a podestà(oltre alla sua famosa parentopoli e amicopoli)partita dall'omicidio Reggiani e fomentato da una campagna d'odio contro rom,immigrati e diversi,ha fallito colossalmente ed i romani lo possono vivere sulla loro pelle ogni giorno.
Non molto è cambiato dai tempi della banda della Magliana,con l'infiltrazione della mafia soprattutto catanese che ha ritrovato terreno fertilissimo dopo una sosta di una ventina d'anni,ramificando i propri tentacoli su tutto il territorio,periferie e provincia comprese.
Di rimando tale succulento piatto criminale fa gola pure alla 'ndrangheta e alla camorra,oltre a minoranze di altre frange malavitose:ed è qui che cominciano i delitti per la spartizione del potere,con i fascisti ben radicati nel territorio che sono da collettore e referenti di tutti questi schifosi personaggi,e spesso sono loro i primi a lasciarci le ghette.
Non che pianga per questi morti,anzi...ma Roma sta diventando sempre più la capitale del crimine oltre che dell'Italia,e i due articoli proposti parlano dei legami tra criminalità organizzata di stampo mafioso e quella legata ai fascisti romani.
Alemagno nel primo articolo è il primo riferimento a tutto ciò,ed il primo contributo di Senza Soste fornisce cifre e dettagli sulle somme enormi spese a favore di familiari ed amici dal cuore nero oltre i favoritismi alle associazioni xenofobe prima su tutte Cagapound.
Il secondo contributo preso da"antifa.org"invece dipana la matassa degli intrecci tra mafia e fasci con esempi che partono dagli anni settanta con la banda della Magliana,i Nar fino ad arrivare ai giorni nostri con la notizia di cronaca di una scoperta di un vero e proprio arsenale a disposizione della malavita capitolina.

I “Forchettoni Neri” della Capitale.
Spese di rappresentanza stellari della sorella del sindaco Alemanno. Il Comune di Roma contribuisce all'estensione della “immobiliare Casapound” assegnandogli due palazzine nel parco della Marcigliana. Sono solo gli ultimi episodi. Da domani torniamo a pubblicare a puntate l'inchiesta sui “Forchettoni Neri”, la fascistopoli della capitale. Allacciate le cinture!
Sarebbero poco meno di un milione e mezzo di euro di spese per la comunicazione istituzionale e di rappresentanza dell’Agenzia del Territorio di Roma che vengono spesi in rinfreschi, pranzi, convegni e mostre. Al centro dell'inchiesta de Il Fatto quotidiano e della polemica è il direttore dell'Agenzia stessa ,cioè Gabriella Alemanno, sorella dell'attuale sindaco di Roma. Il suo reddito da lavoro è di 300 mila euro lodi all’anno, ma il direttore dell’Agenzia che dovrebbe occuparsi di catasto e conservatoria, Gabriella Alemanno, ha speso migliaia di euro in pranzi e cene di rappresentanza pagati con la sua carta di credito aziendale, in pratica a spese del contribuente. La sorella del sindaco di Roma Gianni Alemanno, nominata a capo dell’Agenzia dal Governo Berlusconi nel 2008, dopo essere passata prima al Secit e ai Monopoli (sempre su nomina dei Governi Berlusconi) è riuscita a pagare con i soldi pubblici persino una cena a Cortina a suo fratello a margine di un evento sponsorizzato dall’Agenzia diretta dalla sorella e dall’Acea, l'azienda municipalizzata ancora parzialmente controllata dal Comune di Roma. Nell’agosto del 2010 l’Agenzia del Territorio ha pagato 42 mila euro comprensive di Iva per sponsorizzare la manifestazione Cortinaincontra. Ma non solo: l’Agenzia il 22 agosto del 2011 ha pagato altri 780 euro per ospitare a cena al Villa Oretta di Cortina ben undici persone. Oltre ai dirigenti di Ance, Confedilizia e Scenari Immobiliari, c’era anche «il sindaco di Roma Gianni Alemanno più ospite direttore Agenzia».
Il Fatto Quotidiano ha recuperato la contabilità delle note spese del direttore Gabriella Alemanno e le fatture autorizzate dall’area comunicazione. Si scopre che le spese per rappresentanza e comunicazione istituzionale (voce quest’ultima assente in passato dai bilanci) sono schizzate da 80 mila euro a un milione nel 2010 per sfiorare il milione e mezzo secondo le previsioni per il 2011. Ci sono 22 mila e 800 euro pagati alla Adn Kronos per «supporto informativo multimediale» e 20 mila euro per i servizi della Mp group, ma a colpore sono le fatture importanti della società Comunicare Organizzando per esempio per la mostre dei 150 anni dell’Unità d’Italia (48 mila euro che però dovrebbero essere stati coperti dagli sponsor) e soprattutto le fatture delle gioiellerie. Sfugge perché l’Agenzia compri 30 uova di struzzo decorate per 3 mila e 240 euro dalla gioielleria Peroso. «Sono state donate a rappresentanti di Stati esteri per esigenze di rappresentanza», ha spiegato Mario Occhi, responsabile comunicazione dell’Agenzia, anche se al Fatto risulta che un uovo sia finito a un comandante regionale della Finanza.
L’Agenzia ha comprato anche 12 bicchieri in vetro soffiato dalla signora Maria Bonaldo di Mestre, che si dice conosca Gabriella Alemanno. Prezzo 1296 euro e destinazione ignota. «Saranno stati donati anche questi ad autorità estere», ha detto sempre Mario Occhi.
Il 23 maggio il boom di spese “di rappresentanza” viene portato alla luce da due magistrati della Corte dei Conti. In particolare sono colpiti dalla sequela di pranzi a spese delle casse pubbliche. I funzionari della magistratura contabile seguono la Alemanno nel locale dello chef La Mantia e non la mollano fino al conto. Purtroppo però hanno mangiato con i soldi dei contribuenti: 230,50 euro. Il 4 luglio il direttore si sposta a Bari e pranza alla Pignata con cinque persone, il conto da 365 euro per «rappresentanti autorità locali».
“Quando si muove il direttore Gabriella Alemanno sembra un capo di Stato” riporta il Fatto quotidiano. Per esempio il 14 agosto del 2011 è a Cagliari e pranza con il Prefetto, due avvocati dello Stato e dirigenti delle agenzie del territorio e del demanio. La spesa per 13 pasti a base di pesce dal Corsaro Deidda è di 890 euro. Il 10 maggio del 2011 la Alemanno è volata in Veneto e mangia all’osteria da Fiore a Venezia . Il conto è di 810 euro. Oltre al presidente dell'ordine dei notai e al direttore dell’agenzia del Veneto, erano presenti tutti i controllori. C’era il responsabile audit dell’agenzia, il comandante regionale della Guardia di Finanza Walter Cretella Lombardo e il procuratore regionale della Corte dei Conti. Al momento del conto però nessuno ha messo mano al portafoglio.

Ma i Forchettoni Neri non si limitano alle spese di rappresentanza che sembrano avere un ruolo di primaria importanza nella “cura dell'immagine”, nelle relazioni sociali e nello “status symbol”. E' infatti di questi giorni l'ultima regalìa all'immobiliare Casa Pound. All'associazione neofascista è stato infatti assegnata una palazzina all'interno del Parco della Marcigliana (zona Montesacro). Lo denuncia oggi Maria Grazia Gerina sulle pagine dell'Unità. La giornalista da tempo sta monitorando con diversi articoli l'attività di una delle organizzazioni neofasciste più attive e più “coccolate” dalla Giunta Alemanno e dagli ambienti sdoganatori della sinistra. E' il risultato dello scambio” tra Comune, IV Municipio e Casa Pound dopo che i fascisti erano stati sgomberati dall'occupazione di una scuola in via Val d'Ala (sempre a Montesacro) alcuni mesi. L'occupazione di Casa Pound era nelle vicinanze della casa e dell'abitazione di Valerio Verbano, ucciso dai fascisti nel 1980. Gli anitfascisti romani si erano mobilitati rapidamente contro questa che veniva ritenuta una vera e propria provocazione. Il Comune per evitare problemi, scontri e tensioni provvide allo sgombero ma con una cicciosa contropartita.
Da domani Contropiano ripubblichera tutte e cinque le puntate de “I Forchettoni Neri”, una accurata inchiesta di "Caio Gregorio" (il guardiano del Pretorio in una famosa pubblicità degli anni sessanta) sulla fascistopoli nella capitale governata dal sindaco Alemanno. Allacciate le cinture!!
tratto da www.contropiano.org
12 gennaio 2012
Roma. Piste nere nella “guerra di mala” ·
 
http://www.contropiano.org/it/news-politica/item/6058-roma-piste-nere-nella-%E2%80%9Cguerra-di-mala%E2%80%9D

Pistole ritrovate. Nelle indagini sulla guerra di mala a Roma spuntano fuori continuamente fascisti e malavitosi. Le telefonate e gli affari tra Mokbel e il boss di Ostia Carmine Fasciani. Uomini neri sempre disponibili per il “lavoro sporco”. Negli ultimi delitti e ferimenti c’è sempre qualche “cuore nero”. L’inchiesta prosegue.

A Tivoli, dove lo scorso 3 gennaio è stato ferito a colpi di arma da fuoco il neofascista Francesco Bianco, è stata ritrovata un’altra pistola, una calibro 9 e cinquanta munizioni. L’arma è stata rinvenuta nei pressi di un cassonetto ed è stata sequestrata. L'arma sarà ora esaminata dai tecnici della scientifica per accertare se sia stata utilizzata nei recenti agguati di sangue. "La pressione esercitata sul territorio nelle ultime ore ha probabilmente indotto il possessore a disfarsene" si legge in un comunicato della Questura. Proprio a Tivoli Terme lo scorso 3 gennaio è stato ferito in un agguato Francesco Bianco, 51enne in passato vicino al gruppo terroristico di destra Nuclei armati rivoluzionari e coinvolto nella vicenda di Parentopoli all'Atac.

Prende corpo intanto nelle ipotesi di Ris e Ros dei carabinieri che la pistola che ha ucciso il commerciante cinese e la sua bambina a Torpignattara qualche giorno fa, possa essere stata acquistata dagli assassini, poche settimane prima del colpo, nell’arsenale della mala trovato per caso il 17 dicembre sulla Casilina, solo cinque chilometri più a est del luogo del delitto”. Lo scrive oggi su Liberazione online Checchino Antonini. Si tratta di un arsenale composto da tredici pistole, quattro fucili da guerra, una mitraglietta, cinque giubbotti antiproiettile, 2.500 munizioni, due uniformi dei carabinieri e una della polizia forse rubati in una lavanderia, una paletta segnaletica della protezione civile e la riproduzione di una placca di riconoscimento dell’Arma, passamontagna, parrucche e alcune dosi di erba. “Era l'armeria di Claudio Nuccetelli, 48 anni, passato alla storia criminale per la “spaccata" a Bulgari, il fallito colpo del 2007 quando un carro attrezzi assalì la nota gioielleria del centro di Roma. I carabinieri potrebbero chiedere lumi proprio a Nuccetelli, il quale - come ha spiegato su Liberazione una ricostruzione di Ercole Olmi -che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi anche su Contropiano - è considerato dagli inquirenti uno dei punti di contatto tra la mala romana, con la galassia neofascista e la mafia catanese. Con lui, nella rapina da Bulgari, c'erano infatti anche Fabio Giannotta, con alle spalle un curriculum di rapine ma anche di partecipazione alle commemorazioni presso la sede di Acca Larentia di cui la sua famiglia sembra essere "tenutaria". Un padre segretario di sezione dell'antico Msi, un fratello Mirko, condannato con rito abbreviato a un anno e otto mesi nel 2005 per rapine a banche e gioiellerie ed infine Fabio noto per essere un altro dei capitoli inquietanti della cosiddetta Parentopoli nera a Roma. Dirige, per conto delll'Ama e il comune di Roma, il settore Decoro urbano.
Le connessioni tra organizzazioni criminali nella capitale, i neofascisti e la guerra di mala che si è scatenata a Roma nel 2011, riportano a galla episodi apparentemente scollegati ma che hanno come costante la presenza di ex militanti neofascisti dei Nar.

Nella guerra di mala che sta insanguinando la capitale, a novembre ci sono stati due omicidi “mirati” a Ostia: quelli di Giovanni Galleoni – noto come “Bafficchio” - e di Francesco Antonini conosciuto come “Sorcanera”. I due sono stati uccisi a Nuova Ostia la sera del 23 novembre scorso. I due uccisi erano legati in passato alla Banda della Magliana e in particolare a Paolo Frau – detto “Paoletto” – a sua volta ucciso a Ostia nel 2002 e coinvolto anche nel processo per l’assassinio di Mino Pecorelli, il giornalista ucciso nel marzo del 1979. A fare il suo nome era stato Antonio Mancini, altro elemento di spicco della banda della Magliana ed ora “collaboratore di giustizia”. Nel 2008 invece era stato ucciso ad Acilia, un altro boss come Salomone.
Per il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, responsabile della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, titolare delle indagini assieme al pm Carlo La Speranza, il duplice omicidio di Ostia “È stato uno scontro evidente tra due gruppi criminali molto forti, uno scontro di un certo livello”. “Le due vittime - prosegue Capaldo - erano due personaggi profondamente inseriti nel contesto della criminalità organizzata di un certo significato, non marginale, insediata anche a Roma nel traffico di droga e usura, già coinvolti in episodi di sangue e conflitti tra bande”.
Ma proprio a Ostia, esattamente due anni prima (dicembre 2009), i carabinieri avevano condotto una vasta operazione denominata Los Moros 2008-Madara 2008 – in cui vennero effettuati 36 arresti, di cui 31 italiani, 4 spagnoli e un bulgaro, per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish e cocaina. Questa operazione e i successivi sequestri di beni, hanno assegnato un durro colpo all’organizzazione crminale del boss di Ostia Carmine Fasciani. Tra gli arrestati figuravano Silvia Bartoli, la moglie del boss di Ostia, e un certo Alberto Piccari. Quest'ultimo è noto come esponente neofascista dei Nar. Piccari viene ritenuto un “membro importante” nel gruppo originario dei Nar, alla pari di Gilberto Cavallini, Luigi Ciavardini, Massimo Carminati, Franco Anselmi, Walter Sordi ed altri. Picccari venne arrestato il 23 ottobre del 2001 e accusato di porto e detenzione illegale di armi. Le armi erano in ottimo stato di efficienza. Quando nel dicembre del 2009, i carabinieri lo fermano nel quadro dell'indagine “Los Moros”, si trovano di fronte ad una vecchia conoscenza ma più nell'ambito dei gruppi neofascisti che in quelli della criminalità. Ma non è l’unica sorpresa. C’è qualcosina di ancora più importante. La telefonata intercettata tra il boss di Ostia, Carmine Fasciani e lo spregiudicato “imprenditore-finanziere” nero Gennaro Mokbel è ormai nelle cronache. Nella telefonata con Fasciani, Mokbel si vanta di aver speso più di un milione di euro per far uscire dal carcere la coppia nera per eccellenza: Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, tra i fondatori dei Nar. Non solo. Il Ros dei Carabinieri ha accertato "i contatti del Mokbel con Carmine Fasciani, noto esponente della criminalità organizzata romana, dal quale ha ricevuto l´assicurazione di poter svolgere in modo indisturbato la campagna politica nella zona di Ostia". E’ ampiamente documentato poi il “cameratismo” tra Gennaro Mokbel (al quale, per importanza, dedicheremo un’altra puntata della nostra inchiesta) e il killer fascista Antonio D’Inzillo, coinvolto nella sanguinosa resa dei conti dentro la Banda della Magliana e “misteriosamente” morto nel 2008 in Kenya.
Si potrebbero poi mettere in fila poi altri recenti fatti di cronaca: l’uccisione del broker Roberto Ceccarelli l’8 aprile; il ferimento di Andrea Antonini consigliere municipale di Casa Pound il 14 aprile; il ferimento del fascista Francesco Bianco ai primi di gennaio a Tivoli, il coinvolgimento dell’ex fascista dei Nar Pierfrancesco Vito nella vicenda del broker nero Gianfranco Lande (Il “Madoff” dei Parioli).
Diventa dunque sempre più difficile tenere separate le piste “criminali” da quelle sugli ambienti neofascisti nella Capitale. Nella capitale nella seconda metà del 2010 è saltato qualche equilibrio nelle attività delle organizzazioni criminali ed è scoppiata la guerra. Questo ci dicono i fatti e la cosa, francamente, non è una sorpresa. L'inchiesta prosegue.

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