mercoledì 18 luglio 2012

IRAN O SIRIA,QUALE LA PRIMA?

Ormai in molti,messi i panni di veggenti e maghi col cilindro in testa,vedono nella sfera di cristallo delle nuove gerre in arrivo,e si parla ormai da mesi insistentemente di Siria e Iran come i due prossimi scenari di un conflitto cucito su misura dagli Usa,appoggiati a brevissima distanza da Israele e dal blocco occidentale succube della bandiera a stella e strisce.
Evidentemente,visto la fine della guerra in Iraq e avvicinandoci al termine di quella in Afghanistan,ormai sponsorizzata da sempre meno nazioni tra cui la nostra,c'è un interesse economico nel creare nuove situazioni di ostilità e seppur con motivi differenti i due stati(canaglia come dicono in americano)mediorientali corrispondono perfettamente alla descrizione che gli Usa vogliono farci arrivare.
L'articolo preso da Indymedia a firma di Alessandro Cacciatore evidenzia dei percorsi che già da anni sono stati intrapresi per minacciare queste due nazioni,oltre a Nord Corea,Venezuela e altre in orbita canagliesca,e nonostante i crimini commessi all'interno dei due paesi,ovviamente c'è del vero ad accusare certi atteggiamenti di Siria e Iran,la reazione è spropositata e soprattutto l'informazione è come al solito distorta.

Siria e Iran, le prossime due guerre sono già iniziate.
Metto in fila i fatti. Il 15 maggio ha preso avvio al confine giordano-siriano, la più grande esercitazione militare congiunta mai fatta in Medio Oriente. Vi partecipano 12.000 soldati di 47 paesi Nato e arabi, inclusa l’Italia. Dopo qualche giorno una serie di potenti esplosioni scuotono Damasco, uccidendo decine di soldati e ufficiali. Passa ancora qualche giorno e, mentre Bashar Assad è a colloquio con Kofi Annan, si viene a sapere di un orrendo massacro di oltre 100 persone nel villaggio di al-Houla.
Un’ondata di indignazione scuote il “mondo libero”. Il “sanguinario” Bashar viene additato come il responsabile. Cento morti sotto le sue bombe. Tutti civili. Il coro unanime non perdona. Austria, Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Italia, Spagna, Stati Uniti, espellono gli ambasciatori della Siria. Il generale Martin Dempsey, Capo dello Stato Maggiore degli Stati Uniti dichiara: “Queste atrocità rendono più probabile un intervento militare”.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani informa però che solo meno di 20 morti sono stati colpiti dal fuoco dei cannoni. “La gran parte delle altre vittime è stata sommariamente trucidata, sgozzata, in due incidenti separati a Taldoun”. Sembra che “intere famiglie” siano state abbattute e uccise nelle loro case. E’ questa pare, la ragione per cui il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non è in grado di dire chi ha commesso l’eccidio. Quindi non si pronuncia. Ma i paesi sopra elencati, a quanto pare, sanno invece già tutto. C’è solo un testimone, salvo per miracolo, che riferisce di avere visto squadre di assassini in abiti civili irrompere in alcune case inneggiando a Bashar Assad.
Ma questa storia, invece di diminuire i sospetti, li accresce. Non è difficile inneggiare a Bashar mentre si sgozza un bambino. Chiunque può farlo, anche un nemico di Bashar. Le guerre di Irak e di Libia sono state precedute da episodi molto simili. Anche quella del Kosovo. La storia si ripete, ma il mainstream, che l’ha creata, se la dimentica. Coazione a ripetere.
Poi emergono le fonti di Bashar Assad. Nessuno, in Occidente le usa, le cita, le conosce. C’è l’elenco degli uccisi. Dei 49 bambini di al-Houla, uccisi, ben 31 appartengono alla stessa famiglia. In tutto le vittime, donne e bambini, sono membri di solo quattro famiglie. Ci sono anche le foto, tremende, degli sgozzati.
Una cosa molto strana, oltre che molto orribile. Un’inchiesta dovrebbe rispondere a molte domande: perché l’accanimento proprio contro quelle famiglie? Di che religione erano? Ma a Washington, Roma, Londra, Parigi ecc, tutto è già chiarissimo. Tutto congiura per rendere necessario un intervento armato dall’esterno. Bashar Assad è, oltre che sanguinario, anche autolesionista.
E ora uno sguardo all’Iran. Qualcuno ha organizzato un cyber-attacco, con un nuovo virus, contro i centri di comando iraniani. Il nuovo virus si chiama “Flame”. Ed è molto più insidioso di quello “Stuxnet”che, nel 2010, distrusse diverse centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. “Flame” permette di guardare tutto ciò che passa sullo schermo di un computer, non importa di chi e dove è situato, e anche di dirigere a distanza quello che deve fare. Chi è l’autore dell’offensiva? Il vice premier di Israele, Moshe Yaalon, dice: “Chi ritiene che l’Iran sia una minaccia è ovvio che prenda le sue misure”. Inutile commentare perché è tutto chiarissimo. Più utile è tirare le somme.
Le due guerre, contro la Siria e contro l’Iran, sono già in corso. E noi italiani ci andremo di corsa, guidati da Giorgio Napolitano. Io invece penso che dovremmo chiedere al Governo italiano di dichiarare preventivamente, il più presto possibile, che l’Italia non andrà in guerra contro nessuno e non parteciperà a nessuna guerra, né umanitaria, né preventiva. Ovvio che non c’è all’orizzonte una tale volontà di Governo. Ma, se vogliamo evitare di farci arrostire, sarebbe bene che glielo imponessimo.
www.informarexresistere.fr/2012/06/02/siria-e-iran-le-prossime-due-guerr......
L’espulsione degli ambasciatori siriani è una chiara minaccia della NATO contro il popolo siriano
La Rete dei Comunisti esprime forte preoccupazione e condanna per l’espulsione dell’Ambasciatore della Repubblica Araba Siriana a Roma, Khaddour Hasan decisa dal Ministro degli Esteri Terzi.
Una scelta gravissima che segue di due settimane le dichiarazioni che ha rilasciato lo stesso Terzi quando ha ricevuto alla Farnesina il responsabile del CNS. In quelle dichiarazioni il Ministro degli Esteri del Governo Monti ribadiva la necessità di un intervento militare straniero a sostegno all’Esercito Siriano Libero, con lo scopo di abbattere l’attuale governo. Ieri , martedì 29 maggio, simultaneamente, in maniera coordinata Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Germania, Italia, Spagna, Olanda , Canada e Australia, hanno proceduto all’espulsione degli ambasciatori siriani dai rispettivi paesi, aggravando deliberatamente la crisi diplomatica. Una decisione che è stata presa, proprio nel momento in cui gli ispettori dell’ONU e Kofi Annan stavano svolgendo la loro missione. Mentre secondo gli ispettori dell’ONU, il massacro di Houla ha delle responsabilità tutte da chiarire, per le cancellerie occidentali è diventato il casus belli da utilizzare per dare seguito ai progetti di aggressione militare. Registriamo come una pericolosa conferma di questa deriva bellicista contro la Siria, le dichiarazioni rilasciate dal premier israeliano Netanyahu, che ha sollecitato l’intervento internazionale così come è stato per la Libia. Nel luglio del 2006, e nel dicembre 2009 quando Israele attaccò con una sproporzione di forza e terrore il Libano e la Palestina, provocando oltre 3000 morti, nessun Ambasciatore sionista fu cacciato o richiamato per protesta. Dalla basi NATO di Camp Darby partirono, invece i rifornimenti di armi per quelle criminali azioni israeliane.
L’espulsione del personale diplomatico siriano, è un passaggio grave, è una decisione presa all’interno della coalizione politica e militare della NATO, la cui missione oggi è quella di estendere e sostenere la supremazia dei poli imperialisti statunitense ed europeo sull’area medio orientale, ricca di risorse e geograficamente strategica. La crisi economica internazionale, accelera la competizione tra blocchi politico-economici per assicurarsi risorse a prezzi più vantaggiosi. In questo scenario, la Siria rappresenta una anomalia, per il suo assetto politico ed economico, e per la ragione che insieme all’Iran, alla resistenza libanese e palestinese ha costruito il Fronte Antimperialista che negli ultimi decenni ha bloccato il progetto imperialista del Grande Medio Oriente.
Dieci anni di guerre umanitarie hanno portato alla distruzione degli Stati nazionali preesistenti e consegnato alla barbarie ed alla violenza i popoli dell’Iraq, dell’Afganistan e più recentemente della Libia. Le guerre umanitarie hanno provocato oltre un milione di morti, in molti casi, la NATO ha sperimentato contro le popolazioni armi di distruzione di massa. Città, siti storici, al pari delle altre ricchezze di questi paesi non sono stati risparmiati dalla distruzione e dal saccheggio.
La Rete dei Comunisti condanna con forza e senza alcuna esitazione le decisioni assunte dal Ministro Terzi, dal governo Monti e dalle forze politiche, anche e soprattutto di “sinistra” che lo sostengono, che si stanno rendendo colpevoli della preparazione dell’ ennesima aggressione neocoloniale e stanno coinvolgendo il popolo italiano nella ennesima guerra di rapina a carattere imperialista. Ancora una volta il silenzio e la complicità dell’ex movimento pacifista assume la precisa funzione di sostenere la necessità degli interventi militari umanitari nascondendo la natura e gli scopi stessi di queste guerre di rapina.
Dichiariamo il nostro netto rifiuto alle aggressioni militari nei confronti degli altri popoli e denunciamo gli interessi politici ed economici imperialisti che sono il vero obiettivo che muove la borghesia europea e i suoi rappresentanti politici, sempre più spesso della consociativa opposizione parlamentare oltre che di governo, dei singoli paesi , ovviamente compresa l’Italia che cerca con la cieca collaborazione il suo residuo spazio espansivo. Esprimiamo la solidarietà al popolo siriano sconvolto dalla guerra civile e sosteniamo le forze di classe, progressiste e i comunisti siriani nella loro battaglia in difesa dell’indipendenza, per la democrazia sociale, per l’autodeterminazione politica e socio-economica, e per la pace.
Alessandro Cacciatore
www.informarexresistere.fr/2012/06/02/lespulsione-degli-ambasciatori-sir......

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