giovedì 16 agosto 2012

JOSU ASKATU!

Il caso del detenuto politico Josu Uribetxeberria malato di tumore e ancora detenuto in carcere a parte un breve ricovero per effettuare delle analisi e delle cure,sta allargandosi a macchia d'olio in Euskal Herria dove migliaia di persone in tanti piccoli e più grandi cortei stanno protestando per la scarcerazione del combattente basco:sabato si terrà a Bilbao una concentrazione a favore di Josu.
L'articolo preso da Euronews.com aggiunge che decine di prigionieri politici sospettati di far parte dell'organizzazione Eta(il contributo è alquanto approssimativo in questi termini)hanno cominciato lo sciopero della fame per poter liberare il compagno Uribetxeberria,fatto che il partito popolare,appoggiato da quello socialista,esclude a priori.
Borroka da bide bakarra!

ETA: sciopero della fame in carcere per la liberazione di un detenuto malato

Più di 150 detenuti dell’ETA in sciopero della fame, per chiedere la scarcerazione di Iosu Uribetxeberria, ricoverato in ospedale a San Sebastian.
Uribetxeberria, malato di cancro, ha accettato di sottoporsi a esami medici, dopo sei giorni senza toccare cibo. Nel 1998 è stato condannato a 32 anni, per il rapimento di un funzionario penitenziario.
Allo sciopero della fame partecipa anche Arnaldo Otegi, ex portavoce di Batasuna, tra i 700 membri dell’ETA detenuti nelle carceri spagnole. La liberazione dei malati è una delle rivendicazioni delle famiglie.
“Il partito popolare esigerà sempre l’attuazione rigorosa della legge e non cederà né di fronte agli scioperi della fame teatrali, né di fronte ai ricatti”, dice il vice-segretario del partito popolare Carlos Floriano.
Madrid ha fatto sapere che deciderà della sorte di Uribetxeberria una volta ottenuti i risultati degli esami medici. Il partito socialista sostiene l’azione dell’esecutivo.
“Chiedo al governo di applicare la legge e sono convinto che lo farà”, afferma il segretario Alfredo Perez Rubalcaba. “E’ con la legge che si risolvono tali situazioni nel quadro della politica antiterroristica”.
La questione dei detenuti dell’ETA è strettamente legata alla tregua definitiva dichiarata l’anno scorso dall’organizzazione terroristica, che chiede l’amnistia in cambio del disarmo. Il governo spagnolo invece esige la dissoluzione senza condizioni.

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