venerdì 17 ottobre 2014

ANKARA ED I CURDI BUONI E CATTIVI


Negli ultimi giorni la città di Kobane,posta ai confini tra la Turchia e la Siria nel territorio curdo della Rojava e che sta resistendo alle forze integraliste islamiche dell'Isis,è a volte nelle mani dell'una e dell'altra fazione,ed in queste ore sembra che i combattenti del Kurdistan stiano prevalendo recuperando territorio in una guerriglia casa per casa.
L'articolo preso da Infoaut e questo altro di Contropiano(http://contropiano.org/internazionale/item/26931-la-turchia-sostiene-i-curdi-iracheni-contro-quelli-turchi-e-siriani )parlano sì di questa tendenza ad un arretramento della prima linea dell'Isis,puntualizzando però il fatto che le armi promesse dal governo regionale di Erbil non possano passare in quanto il varco turco per la città di Kobane è chiuso.
La Turchia sta giocando con la vita di questi guerriglieri in quanto stanno aiutando i curdi iracheni,visto che il Presidente della regione autonoma dell'Iraq Barzani è visto di buon occhio sia dagli Usa che da Israele:di contro non solo non aiuta gli eterni nemici curdi che abitano nel territorio turco,anzi bombardano le postazioni del Pkk come successo qualche giorno addietro.
Consiglio anche questo articolo per ulteriori informazioni e relativi links:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2014/09/la-resistenza-del-popolo-curdo-contro.html .

Controffensiva curda a Kobane, Ankara bombarda le postazioni del Pkk

Impazza la battaglia a Kobane, uno dei tre cantoni della regione curda del Rojava al confine tra Siria e Turchia dove ormai da un mese i miliziani delle Unità di Protezione del Popolo, delle Unità di Protezione delle Donne e del Pkk resistono temerariamente ai continui attacchi delle milizie jihadiste dello Stato Islamico.
La città è stata più volte data per caduta o comunque per spacciata, ma secondo le notizie più recenti a disposizione i combattenti curdi avrebbero ripreso circa il 70% della città strappando numerosi quartieri ai fondamentalisti sunniti che pure sono stati raggiunti da rinforzi e aiuti ed avrebbero conquistato anche il villaggio di Til Sheir.
Già ieri alcune fonti avevano parlato di una controffensiva curda – sostenuta da alcuni raid dell’aviazione statunitense - che era riuscita a recuperare alcuni quartieri di Kobane attorno al centro caduti nelle mani dei jihadisti sabato e domenica. Nei combattimenti sarebbero morti decine di miliziani dell’Isis ma anche tra i guerriglieri curdi e tra i civili rimasti ancora in città nonostante l’ordine di evacuazione le vittime sarebbero numerose. Secondo le testimonianze di alcuni degli abitanti che sono riusciti a scappare dalla città, nelle vie del centro abitato vi sarebbero vari corpi di vittime decapitate. "Ho visto decine, forse centinaia di corpi con la testa tagliata - ha detto ai giornali Amin Fajar, 38 anni, padre di quattro figli riparato a Suruc, località gemella di Kobane nel Kurdistan turco - altri non avevano le mani o le gambe. Ho visto volti con gli occhi cavati o le lingue tagliate. Non potrò dimenticare tutto questo finché avrò vita. Hanno messo le teste in bella mostra per spaventarci. I miei figli hanno visto i corpi decapitati". Intanto migliaia di sfollati sono riusciti a raggiungere i campi profughi nel Kurdistan iracheno sfuggendo ai combattimenti. Raggiungere la frontiera turca è diventato sempre più difficile per i profughi curdi, a causa dell’avvicinarsi degli scontri a poche centinaia di metri dal confine ma anche per l’atteggiamento ostile delle autorità di Ankara che difficilmente permettono ai fuggiaschi di superare le recinzioni guardate a vista da migliaia di militari. “Le ambulanze con i feriti devono aspettare al confine tra 3 e 10 ore per i controlli dell’esercito. Per questo motivo ieri notte sono morte 3 persone“ ha denunciato a un giornalista de Il Fatto Quotidiano Fuad Akgul, un medico volontario presso l’ospedale di Suruc. “Nelle ultime due settimane – continua il dottore – sono morte almeno 12 persone per questo motivo”. Anche i paramedici che lavorano sulle ambulanze si lamentano dell’operato delle Forze armate di Ankara: “Dovremmo poter andare a prendere i le persone colpite – spiega un barelliere- nei villaggi vicino Kobane, ma l’esercito ce lo impedisce”. Intanto ogni giorno a Suruc si celebrano affollati funerali dei combattenti curdi morti nella battaglia contro l’Isis.
Ed ora, di fronte alle difficoltà crescenti dei miliziani dello Stato Islamico il governo turco – che ieri aveva gelato l’amministrazione Obama dicendo di nuovo no all’uso da parte dei caccia Usa della base di Incirlik e smentendo le dichiarazioni di alti esponenti statunitensi – ha deciso di ordinare alla sua aviazione militare di iniziare le operazioni militari contro la guerriglia curda del PKK. Ieri sera aerei militari turchi hanno quindi bombardato alcune postazioni del Partito dei lavoratori del Kurdistan nel sud-est della Turchia, per la prima volta dalla proclamazione della tregua da parte della guerriglia curda nel marzo del 2013. Secondo quanto reso noto da fonti vicine ai servizi di sicurezza turchi i caccia di Ankara avrebbero preso di mira alcuni guerriglieri che da tre giorni assediavano una caserma della forze di sicurezza turche nel villaggio di Daglica.
Dopo aver fatto uccidere da polizia ed estremisti islamici complici con gli apparati repressivi dello stato una trentina di manifestanti curdi – e non solo – che protestavano contro la collaborazione del governo dell’Akp con l’Isis, ora Ankara compie un nuovo passo aggressivo nei confronti delle organizzazioni della resistenza curda che Erdogan vuole assolutamente indebolire prima di ordinare l’invasione del nord della Siria e la creazione di una ‘no fly zone’ che gli permettano di cacciare Assad e controllare il paese confinante attraverso le marionette dell’Esercito Siriano Libero, accreditato dall’occidente come ‘opposizione islamica moderata’ al governo di Damasco ed alternativa ai fondamentalisti sunniti di Al Baghdadi prima coccolati e poi finiti nel mirino della spuria e poco credibile ‘coalizione’ formatasi attorno a Washington.
14 ottobre 2014

Nessun commento: