lunedì 13 aprile 2015

LA MORTE DI EDUARDO GALEANO

Breve commento all'articolo che parla del decesso per malattia di Eduardo Galeano,lo scrittore uruguaiano tra i più grandi di quelli contemporanei del sudamerica,che ha parlato della sua terra e dei suoi conflitti,della gente che vi ci abita e delle lotte,ma anche di calcio con un tocco ironico.
Nelle sue opere ha pure scritto dello sfruttamento dell'America latina da parte dei potenti del mondo e degli Usa in particolar modo,e per questo e altro è stato costretto ad emigrare in Spagna quando in Argentina(paese dov'è emigrato dall'Uruguay quando per via del golpe nel piccolo Stato sudamericano)aveva un taglia sulla sua testa fornita dal dittatore Videla.
Propongo un link che parla di un suo libro che parla di calcio,uno dei suoi lavori più leggeri ma non per questo privo d'interesse(http://www.storiedicalcio.altervista.org/galeano_splendori.html )e quello di Wikipedia(http://it.wikipedia.org/wiki/Eduardo_Galeano ).

È morto Eduardo Galeano, il cantore de "Le vene aperte dell'America Latina"

Sergio Cararo - tratto da http://contropiano.org

Lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano è morto questa mattina a Montevideo dopo essere stato ricoverato in ospedale alcuni giorni fa. Galeano si era aggravato la scorsa settimana, dopo aver combattuto negli ultimi anni contro il cancro al polmone. Lo scrittore che tra i primi ha denunciato "Le vene aperte dell'America Latina" in un libro memorabile, il 1 ° marzo scorso aveva ricevuto nella sua casa il presidente boliviano, Evo Morales, a testimonianza del debito che tutti gli uomini e le donne che hanno lottato per l'emancipazione latinoamericana avevano contratto con questo grande scrittore.
Eduardo Galeano è nato a Montevideo il 3 settembre 1940. Narratore, giornalista e saggista, è stato avviato nel giornalismo come fumettista e giornalista. I suoi disegni sono stati firmati con lo pseudonimo Gius. Da sempre interessato alla situazione politica contemporanea, è stato l'autotore di testi come Cronaca di una sfida (1964), Guatemala, chiave latino-americana (1967) e Stories (1967).
Tra le sue opere più direttamente segnate dall'approccio politico, "Sette immagini di Bolivia" (1971), "La violenza e lo smaltimento" e "Cronache Latina", ma soprattutto il suo saggio più famoso e ambizioso, a metà strada tra storia e giornalismo "Le vene aperte dell'America Latina", ripubblicato, tradotto in quasi 20 lingue, ammirato, applaudito, in vasti settori del continente latinoamericano e non solo.
Nel 1973, nel clima che preparava il colpo di stato militare in Uruguay, andò in esilio a Buenos Aires, dove ha fondato e diretto la rivista "Crisi" nei suoi primi 40 numeri. Poi, dopo il golpe militare anche in Argentina, è andato a vivere in Spagna nel 1976. Nel 1978 ha vinto ha vinto il premio la Casa de las Americas con "Giorni e notti di amore e guerra" (1978). Negli anni ottanta realizzò una trilogia di accento epico, Memoria del fuoco, di cui ogni volume è uscito con un sottotitolo: "Nascite" (1982), "Volti e Maschere" ( 1984) e "Il secolo del vento" (1986). Nei primi mesi del 1985, con il ripristino della democrazia è tornato in Uruguay dove ha scelto di vivere fino ad oggi. Con Eduardo Galeano è morto un grande della letteratura e della storia.
 Come altri intellettuali latinoamericani, in questi anni si è schierato a sostegno dei processi rivoluzionari a Cuba e più recentemente in Venezuela ma anche a difesa di Gaza bombardata e della Palestina.
13 aprile 2015

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