martedì 15 marzo 2016

IL MISTERO BUFFO DELLE CANDIDATE SINDACO

L'otto di marzo è passato da una settimana esatta e tutti i messaggi di uguaglianza,stima ed affetto e talvolta di solidarietà(mi riferisco a quelli della sfera politico-istituzionale)sembrano vuoti e solo di facciata se fatto riferimento al caso delle due possibili candiate sindaco di Milano e Roma,rispettivamente Patrizia Bedori del M5stelle e Giorgia Meloni dei Fratelli d'Italia che sono state relegate e anche insultate per il fatto di non essere diciamo presentabili e soprattutto per essere donne.
Le due compagini politiche citate sopra,una di destra più estrema e l'altra più moderata(scegliete pure voi a chi possano appartenere le mie descrizioni)per me potrebbero anche ottenere un bel zero come percentuale alle elezioni,il fatto non m'interessa direttamente un granché,ma quello su cui voglio spendere un paio di parole ha un significato più ampio.
I due articoli di Repubblica(in ordine http://milano.repubblica.it/cronaca/2016/03/13/news/milano_bedori_m5s-135373358/ l'altro non riesco a linkarlo)parlano di un machismo proprio di un'ideologia fascista che voleva la donna a casa a sfornare bambini e pietanze,relegate al "focolare domestico" e magari se ogni tanto maltrattate era un qualcosa in più,soprattutto nel caso di Roma dove Berlusconi e Bertolaso dichiarano platealmente alla Meloni di tare casa a fare la mamma.
Invece a Milano il candidato sindaco votato via web alla solita maniera dei pentastellati,stavolta non va bene per svariati motivi che lascio perdere con ora anche Dario Fo che è preoccupato dalla Bedori che di lì a poco si farà da parte sul suggerimento dell'ormai ufficiale triumviro di cui sopra che si mette alla pari di Grillo e Casaleggio.
Gli articoli parlano di macchina del fango e di lacrime,di pannolini e di lavori più o meno impegnativi e di un nemmeno tanto velato attacco diretto alle donne da parte di chi spesso le ha difese solo a parole ma anche di chi le ha sempre ritenute un oggetto da camera da letto,meglio ancora se giovanissime.

Bedori in lacrime: "Troppa pressione mediatica, faccio un passo di lato".

Nel corso di una riunione con i militanti grillini, la candidata sindaca conferma la sua decisione di mollare. "Sarò in lista, ma sono ferita dalla macchina del fango".



Patrizia Bedori abbandona, come previsto, la corsa a candidato sindaco di Milano per il Movimento Cinque stelle. La conferma ufficiale è arrivata nel corso di una riunione con i militanti grillini. "Sarò sicuramente in lista, ma faccio un passo di lato" ha annunciato tra le lacrime (usando la stessa espressione di Beppe Grillo quando si allontanò dal movimento) la 52enne che l'8 novembre si era aggiudicata le primarie pentastellate milanesi.
Una decisione giustificata da motivi personali. "Ho capito di non essere tagliata per fare questo - ha spiegato davanti agli stessi attivisti che le avevano chiesto di ripensarci. "C'è una tensione pazzesca da parte dei mass media che è difficile da reggere per un cittadino comune come me. Io soffro ogni volta che devo rilasciare un'intervista. E la macchina del fango è già partita, per questo mi sento ferita. Ognuno deve capire come dare il suo meglio per fare il bene per il movimento".

Bedori ha detto ancora: "Devo riprendermi la mia vita, non ho vissuto per quattro mesi e devo tornare alla mia famiglia. Non c'è Grillo, non c'è Casaleggio, non c'è Fo, non c'è nessuno che mi ha fatto pressioni. Per me uno vale uno. Purtroppo non so gestire i mass media, li subisco e questo è un mio limite". Durante l'incontro la ormai ex candidata sindaco dei Cinque stelle avrebbe chiesto di appoggiare ora la candidatura del terzo classificato, il siciliano Gianluca Corrado, legale 39 enne che all'epoca delle primarie pentastellate era dato per favorito.
Ora il dibattito si sposta su cosa accadrà da domani. I tempi sono stretti e nel partito c'è chi vorrebbe convocare d'urgenza una votazione online. Altri tra i grillini preferirebbero confermare le votazioni di novembre e puntare sul candidato Corrado. Altri ancora ipotizzano che lo stesso Corrado possa essere votato anche dalla rete.
Per quanto attesa, la decisione della Bedori ha provocato uno shock dentro i Cinque stelle. Già a gennaio si era ventilata l'ipotesi di un suo ritiro, ma, dopo un colloquio con Gianroberto Casaleggio, Bedori aveva assicurato senza esitazioni: "Vado avanti".

QUANDO FO DISSE: "LA RAGAZZA MI PREOCCUPA"

Poi, una serie di incomprensioni (è stata accusata di scarsa partecipazione e di non bucare lo schermo) aveva creato un clima pesante intorno alla candidata sindaca. Fino alla bocciatura ricevuta anche del premio Nobel Dario Fo, da sempre vicino al movimento, che si era detto "molto preoccupato". La situazione è nuovamente precipitata venerdì quando, nel corso di una riunione con i militanti milanesi, Bedori ha preannunciato: "Io mollo". Negando qualsiasi pressione dai vertici nazionali del suo partito. A nulla sono valsi i tentativi di farla ritornare sui suoi passi. 

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Berlusconi gela la Meloni: "Sindaco è lavoro terribile, lei da mamma non può". Ma Renzi: "Invece sì".

In rotta con Lega e FdI, il leader di Fi entra nel dibattito su donne, lavoro e politica: "Guidare la capitale è stare in giro e in ufficio 14 ore al giorno". Dopo la bufera, Bertolaso insiste e rincara: "Al confronto, fare il ministro è una passeggiata". Replica Giachetti: "Uomini cambiassero più pannolini".

Le donne hanno cinque mesi di lavoro non obbligatorio" quando diventano mamme, "è chiaro a tutti che una mamma non può dedicarsi a un lavoro terribile" come amministrare Roma "che è in una situazione terribile. Fare il sindaco di Roma vuol dire stare in giro e in ufficio 14 ore al giorno. Ci sono persone che per egoismo di partito cercano di spingere Giorgia a questo e a fare il suo male".
Così, con un attacco indiretto a Matteo Salvini (Lega), il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in diretta a Radio Anch'Io, ha commentato gli ultimi sviluppi polemici interni al centrodestra tra Guido Bertolaso e Giorgia Meloni. Di fatto, uno stop netto all'ipotesi Meloni.
 replicare all'ex premier, però, è il presidente del Consiglio Matteo Renzi: "Certo che una mamma può fare il sindaco - dice il segretario del Pd a stretto giro -, assolutamente sì. Ma io spero che lo faccia Roberto Giachetti", candidato del centrosinistra.
Subito dopo, su Twitter, è lo stesso Giachetti a scrivere: "Se questi uomini così bravi a dare consigli alle donne, cambiassero qualche pannolino in più, questo sarebbe un Paese migliore".
La dichiarazione di Berlusconi, che appoggia Bertolaso quale candidato del centrodestra alla guida di Roma (in contrapposizione a Salvini che insiste affinché sia la Meloni a scendere in campo), arriva dunque all'indomani della bufera che ha investito l'ex capo della Protezione civile: su di lui critiche bipartisan - dalle ministre Maria Elena Boschi e Beatrice Lorenzin - per aver pronunciato la frase "fai la mamma" rivolta proprio alla Meloni, 'rea' di aver annunciato la propria disponibilità a correre per il Campidoglio.
Un dibattito, quello sulle donne e la politica, che ha raggiunto ieri il suo acme e che oggi non accenna a placarsi. E così, mentre Berlusconi rincara la dose su quelli che già sono stati definiti "attacchi sessisti", sempre su Radio Anch'Io, è Bertolaso a intervenire subito dopo l'ex premier: "Bisogna lavorare non 14 ma 20 ore al giorno per cercare di risolvere tutti i problemi di una città come Roma. Una mamma può farlo benissimo, ma io credo che una donna che sta vivendo il momento della gravidanza debba essere tutelata e non essere stressata dalla mattina alla sera. La mia era una battuta, è stata fatta una tempesta in un bicchier d'acqua. Nessuno mi può accusare di atteggiamenti misogini e la mia storia lo dimostra".

Poi, sempre nel tentativo di minimizzare e quasi in risposta a Boschi e Lorenzin, Bertolaso ha aggiunto: "Fare il ministro è una passeggiata rispetto a fare una campagna elettorale per una città come Roma, poi ognuno è libero di fare quello che vuole. Ho solo voluto fare una battuta con affetto a Giorgia. Fu lei al Family Day a dire che era incinta e che non si poteva candidare (qui il video). Io non volevo offendere nessuno".
Ma poco dopo è un'altra ministra del governo Renzi, Marianna Madia, a intervenire nel merito con un tweet: "La cosa insopportabile è che tutti ti dicono cosa devi fare. Ogni donna è in grado di discernere. Aiutiamoci ad essere più libere #Meloni". Proprio la Madia, peraltro, nel febbraio del 2014 giurò al Quirinale come ministro dell'esecutivo con 'il pancione' (qui le foto).
Vero è che dietro alle polemiche sulla Meloni continua a esserci quella frattura interna al centrodestra che non accenna a ricomporsi. Oggi al Senato l'incontro tra Forza Italia e Bertolaso per valutare - si legge in una nota - "le nuove adesioni di amministratori e quadri politici di Roma e del Lazio al progetto di Fi e alla sua linea di chiarezza e coerenza in vista delle prossime elezioni amministrative".
Sul fronte Lega-FdI, invece, sono attese le mosse dell'asse anti-Cavaliere: Salvini e Meloni potrebbero vedersi oggi per decidere come muoversi. Intanto, Bertolaso ha già escluso qualsiasi eventuale ticket perché "il pallino lo deve tenere in mano una sola persona, come referente della cittadinanza. La strategia e la visione appartengbono al sindaco, è difficile immaginare ci possano essere due ruoli".

Nessun commento: