giovedì 17 marzo 2016

SOVVERTIRE UN PLEBISCITO REFERENDARIO

La questione che l'acqua debba continuare a rimanere un bene comune e pubblico senza nessun intralcio legato alle logiche capitalistiche del mercato era stata chiarita da milioni di italiani andati a votare nel giugno del 2011 per i 4 sì referendari(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2011/06/tutti-votare.html ).
Fatto sta che nei prossimi giorni il governo e nella fattispecie il capo Renzi e la pluriraccomandata Marianna Madia cercheranno di sovvertire questo pronunciamento democratico ponendo degli emendamenti alla legge d'iniziativa popolare passata col voto che ne inficiano la reale sostanza e creando sotterfugi per far sì che ci sia un lucro sulla sua distribuzione.
L'articolo di Senza Soste spiega questo e lascia la fine dell'articolo ad una puntata che si può scaricare sul tema e che andò in onda su Rai Tre nel programma Presa Diretta ad inizio di quest'anno dove sono già emersi tentativi che sin da subito il voto referendario hanno continuato a rendere vano la volontà della maggioranza degli elettori aggirando la normativa che evidentemente è un'anomalia in uno Stato dove nemmeno un plebiscito(si espressero per il sì il 95% dei votanti)garantisce il rispetto di una scelta sull'acqua pubblica.
 
Acqua sotto attacco: fermare Renzi e Madia.
 
Marco Bersani - tratto da http://www.italia.attac.org
 
Cinque anni dopo la straordinaria vittoria referendaria del movimento per l’acqua, Partito Democratico, governo Renzi e ministro Madia tentano un doppio affondo per chiudere definitivamente l’anomalia di un pronunciamento democratico dell’intero paese, frutto di un’esperienza di partecipazione dal basso senza precedenti e di un’alfabetizzazione sociale che ha imposto il paradigma dei beni comuni contro il pensiero unico del mercato.
Nei prossimi giorni la legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua, presentata con oltre 400.000 firme nel 2007, approderà nell’aula parlamentare: vi arriverà, tuttavia, con una serie di emendamenti, portati avanti dal Partito Democratico, che ne stravolgerà il testo e il significato, eliminando ogni riferimento alla ripubblicizzazione del servizio idrico integrato e alla sua gestione partecipativa, che ne costituivano il cuore e il senso.
E’ bene che il PD sappia fin da subito che tutto questo non solo non viene fatto nel nostro nome, ma che è un’espressione di disprezzo della volontà popolare chiara, netta e senza ritorno.
E, mentre in Parlamento si consuma questa ignobile farsa, è finalmente disponibile il Testo Unico sui servizi pubblici locali, decreto attuativo della Legge Madia n. 124/2015.
Tuttavia, mentre il comma c) dell’art. 19 della legge cosi recita: “individuazione della disciplina generale in materia di regolazione e organizzazione dei servizi di interesse economico generale di ambito locale (..) tenendo conto dell’esito del referendum abrogativo del 12 e 13 giugno 2011”, ecco quali sono le finalità dichiarate del decreto attuativo, così come riportate nell’analisi di impatto allegata:
 a) ridurre la gestione pubblica dei servizi ai soli casi di stretta necessità;
 b) garantire la razionalizzazione delle modalità di gestione dei servizi pubblici locali, in un’ottica di rafforzamento del ruolo dei soggetti privati.
 Il decreto è un vero e proprio manifesto liberista che –art. 4, comma 2- promuove “la concorrenza, la libertà di stabilimento e la libertà di prestazione di servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione dei servizi pubblici locali di interesse economico generale”.
 Logica conseguenza di quest’assunto sono:       
  1. l’obbligo di gestione dei servizi pubblici locali a rete attraverso società per azioni (art. 7, comma 1);
  2. l’obbligo, laddove la società per azioni sia a totale capitale pubblico, di rendere conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato (art. 7 comma 3), di presentare un piano economico-finanziario relativo a tutta la durata dell’affidamento, sottoscritto da un istituto di credito (art. 7, comma 4), di acquisire il parere dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
E perché sia chiaro a tutti come l’anomalia referendaria vada definitivamente consegnata agli archivi, ecco ricomparire, dopo anni con cui si era tentato di nasconderla dentro la dicitura “oneri finanziari”, l’”adeguatezza della remunerazione del capitale investito” nella composizione della tariffa, nell’esatta dicitura che 26 milioni di cittadini avevano democraticamente abrogato.
Il totale disprezzo della volontà popolare e della democrazia non poteva essere meglio esternato.
Hanno annichilito il paese con la trappola-shock del debito pubblico e lo hanno rinchiuso nella gabbia del pareggio di bilancio, del patto di stabilità e dei vincoli monetaristi: ora si apprestano alla definitiva espropriazione di ciò che ci appartiene per consegnarlo ai grandi interessi delle lobby finanziarie.
Alle donne e agli uomini che in tutti questi anni hanno detto chiaramente come l'acqua e i beni comuni siano garanzia di diritti universali e, come tali, da sottrarre al mercato e da restituire alla gestione partecipativa delle comunità territoriali, il compito di fermare Renzi, Madia e le lobby della finanza, che hanno deciso di assecondare.
Oggi più che mai si scrive acqua, si legge democrazia.
16 marzo 2016
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A Presa Diretta l'approfondimento sul referendum acqua
 
Era il 2011 e gli italiani votarono in massa per dire si all’acqua pubblica, 27 milioni di cittadini alle urne. Come è andata a finire? Perché l’esito della consultazione referendaria non è mai stato ratificato da una legge nazionale e l’acqua è ancora affidata al mercato?
PRESADIRETTA è stata in Sicilia, dove una legge regionale per il ritorno all’acqua pubblica ci sarebbe, ma non è ancora cambiato nulla. La regione ha il record di gestori privati, sono 5 su 9 che dovrebbero garantire erogazione, controllo della qualità e servizi. Ma come vanno davvero le cose?
Anche in gran parte della Campania l’acqua è ancora affidata al mercato, ma il Comune di Napoli è l’unica grande città italiana che ha scelto la gestione interamente pubblica del servizio idrico. Le tariffe oggi sono tra le più basse d’Italia e l’azienda ha chiuso l’ultimo bilancio con 8 milioni di euro di utili.
La redazione di Presa Diretta.
A questa pagina è possibile vedere la trasmissione del 31 gennaio 2016 (il tema del referendum sull'acqua è trattato a partire dal minuto 6:10)
1 febbraio 2016

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