venerdì 21 ottobre 2016

DUE DI FILA PROPRIO NO


Risultati immagini per renzi putin gentiloni
L'intervento di ieri al consiglio di Europa di Renzi contro i premier Holland e Merkel favorevoli ad ulteriori sanzioni alla Russia è stato un atto dovuto verso l'unica nazione che assieme al popolo curdo stanno tentando con buoni successi di sconfiggere Daesh.
Ma purtroppo a breve distanza ecco la leccata di culo tra le più clamorose verso Israele sul tema"dell'allucinante"scelta dell'Unesco su di un argomento di seconda importanza almeno a mio avviso e che ha avuto come obiettivo di contrassegnare con i nomi islamici i luoghi santi del Medio Oriente.
Per me molto rumore per nulla,non sono contro a indicare i luoghi con nomi di altre religioni e visto che Gerusalemme e le zone mediorientali sono state le culle delle tre religioni monoteiste,fatto sta che l'incazzatura mi è sembrata eccessiva.
Articoli presi da Il fatto quotidiano(www.ilfattoquotidiano )e Repubblica(www.repubblica ),dove anche oggi il premier italiano è andato contro l'Ue difendendo la manovra scontentando così sia Bruxelles che gli italiani.

Siria, vertice Ue: “No sanzioni alla Russia per i bombardamenti”. Renzi: “Ora non hanno senso”.

I leader dell’Unione Europea hanno concordato di non sanzionare per il momento gli attacchi che il governo di Putin sta portando avanti contro i civili, anche se hanno avvertito che tale ipotesi rimane sul tavolo qualora continuassero le azioni aeree di Mosca.

Bruxelles-No a sanzioni alla Russia per i bombardamenti in Siria, anche se “tutte le opzioni saranno contemplate se ci saranno ancora massacri”. I leader dell’Unione Europea hanno concordato di non prevedere per il momento sanzioni per gli attacchi che il governo di Putin sta portando avanti contro i civili, anche se hanno avvertito che tale ipotesi rimane sul tavolo qualora continuassero le azioni aeree russe. A dirlo è stato François Hollande, in una conferenza stampa dopo il primo giorno del vertice capi di Stato e di governo dell’Ue. Il presidente della Francia ha aggiunto che “ci potrebbe essere una risposta adeguata dell’Ue”, se Mosca dovesse continuare ad attaccare i civili. Matteo Renzi lasciando la sede del Consiglio Europeo nelle scorse ore aveva detto che “non ha senso parlare di punizioni” in un momento in cui “tutti concordiamo che bisogna fare tutte le pressioni possibili perché si possa arrivare ad un accordo”.
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha aggiunto che tali iniziative sono possibili a condizione che via sia consenso tra i 28 dell’Unione: “Siamo tutti d’accordo che dobbiamo fornire una risposta comune per difendere o rappresentare al meglio i desideri della UE”, ha detto Merkel, aggiungendo che “un ampio consenso” sulle opzioni strategiche in relazione alla Russia è necessaria.
La cancelliera tedesca ha aggiunto che l’UE è determinata a fare “tutto il possibile per contribuire a risolvere la situazione umanitaria”, perché “non si può accettare questa situazione”. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha sottolineato che “la strategia della Russia è quello di indebolire l’Unione europea”, ma ha spiegato che una “crescente tensione” non è l’obiettivo dell’Unione. La decisione non appare una sorpresa: già il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, aveva anticipato prima del vertice che sarebbe stato difficile imporre sanzioni alla Russia per la mancanza di “unanimità” tra i 28 dell’Ue. Dalla riunione dei leader a Bruxelles passa dunque una posizione che chiede la tregua ad Aleppo, la fine dei bombardamenti e la possibilità che l’accesso di altri aiuti umanitari sia prolungata.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Renzi: "Allucinante la decisione Unesco su Israele". E convoca Gentiloni. Tel Aviv ringrazia.

Il premier pronto a "rompere con l'Ue" sulle risoluzioni che penalizzano Gerusalemme, l'Italia si era astenuta: "Siamo andati in automatico, un errore".


Roma-Il presidente del Consiglio si schiera contro la risoluzione dell'Unesco sui luoghi santi del Medio Oriente che penalizza Israele. Una presa di distanza netta, risoluta, senza precedenti. E la protesta italiana sarà formalizzata già nelle prossime ore, come annuncia lo stesso Matteo Renzi. Anche se la posizione del governo era stata più morbida, nei giorni scorsi in occasione della risoluzione il nostro esecutivo, attraverso la Farnesina, si era astenuto. "Una vicenda allucinante, ho chiesto al ministro Esteri di vederci subito al mio ritorno a Roma - spiega il primo ministro in collegamento telefonico con Rtl - E' incomprensibile, inaccettabile e sbagliato. Ho chiesto espressamente ieri ai nostri di smetterla con queste posizioni. Non si può continuare con queste mozioni finalizzate ad attaccare Israele. Se c'è da rompere su questo l'unità europea che si rompa". La risoluzione era passata con l'astensione dell'Italia, ma la linea adesso sarà ulterirmente irrigidita. Si vedrà con quali ricadute.

Intanto, si registra l'immediato riconoscimento e apprezzamento da parte del governo di Tel Aviv. "Ringraziamo e ci felicitiamo con il governo italiano per questa importante dichiarazione", dice il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Emmanuel Nahshon. Si conclude il Consiglio europeo da lì a qualche ora e in conferenza stampa da Bruxelles il presidente del Consiglio torna sul caso. E precisa. "Non ho convocato il ministro, si convocano gli ambasciatori degli altri paesi, ho detto solo di aver parlato con il ministro degli Esteri". Quella italiana è stata una "posizione tradizionale nel senso che tutti gli anni va in automatico un voto di questo genere, non è la prima volta. Ecco, siamo andati in automatico, ce ne siamo accorti tardi. Ma questo non vuol dire che la posizione non vada cambiata, io almeno la penso così - ha continuato - Penso si debba ridiscutere e riflettere: non è certo colpa dell'ambasciatore", ma di linea politica "e su questo è stato fatto un errore". Perché "non si può negare quel che è l'origine, la storia di quella meraviglia, quello scrigno che è la città di Gerusalemme".

In Italia il caso accende subito una polemica politica, col centrodestra che accusa Palazzo Chigi. Giovedì, assai duro era stato il rabbino capo di Venezia, Scialom Bahbout: "I Paesi che si sono astenuti" dal voto sulla risoluzione Unesco "che nega la stretta relazione del popolo ebraico con Gerusalemme e il Monte del Tempio hanno collaborato a un atto terroristico che si propone di cancellare migliaia di anni di storia", ha tuonato. Il presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, usa toni più moderati ma non rinuncia a manifestare il disagio: "Gli ebrei italiani sono sconcertati e feriti dal comportamento tenuto dalla rappresentanza diplomatica italiana all'Unesco" scrive in una lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pubblicata sulla Stampa. Poi il centrodestra, dalla Lega a Fi e non solo. "Dov'era Renzi quando per due volte l'Italia si è astenuta in sede Unesco a distanza di giorni?" attacca Daniele Capezzone, deputato vicino a Fitto. E Maurizio Gasparri: "Renzi pagliaccio, non controlla nulla".

In cima all'agenda di Renzi resta tuttavia il referendum costituzionale del 4 dicembre. C'è il sostegno al Sì del Pse, ricorda. Subito dopo il Consiglio europeo il premier si sposta in Sicilia per una serie di comizi in favore del Sì. Mentre i sondaggi iniziano a segnare una prima inversione di tendenza proprio in favore della riforma. "I grandi professori hanno fatto ricorso e hanno perso anche al Tar del Lazio - ironizza a proposito della bocciatura del ricorso sul quesito - adesso per favore parliamo di merito". Perché la consultazione, torna a ripetere, "non è su di me, né sul governo". L'inquilino di Palazzo Chigi nega anche che ci sia stata una sua sovraesposizione mediatica in tv.

"Trovo più facilmente rappresentate le ragioni del No - aveva detto in radio in mattinata - Vado da Semprini e la settimana dopo a Politics è andato un deputato M5s, domenica sarò dalla Annunziata perchè la settimana prima c'era D'Alema e le trasmissioni sono iniziate con Di Maio e Di Battista. Facciamo una lista e vediamo chi partecipa a cosa". C'è un blocco "che dice sempre no" rimarca, e da Bruxelles elenca tutti gli ex premier che si sono iscritti appunto a quel fronte: "Berlusconi e D'Alema, Monti e De Mita fino a Dini". Oltre a "illustri personalità quali Gianfranco Fini e Cirino Pomicino". Come dire, il passato. Glissa sorridendo invece in radio sul sostegno dei Masai, a proposito della notizia dei giorni scorsi sulla quale tanto si era ironizzato sui social: "Non me la sento nemmeno io, che pure ho la faccia tosta, di dire che i Masai voteranno sì. A questo non arrivo. Mi autocontengo".

Nessun commento: