venerdì 7 luglio 2017

LUCY LAWLESS E MORRISSEY:RAZZISMO E STATO DI POLIZIA VISTI DA FUORI


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Fosse capitato ad un comune cittadino,ad uno straccione o a un emarginato,le notizie che hanno coinvolto le due star della televisione e della musica Lucy Lawless e Steven Patrick Morrissey,rispettivamente la famosa Xena principessa guerriera del piccolo schermo ed il cantante degli The Smiths oltre che bravo solista,non avrebbero avuto certamente lo stesso rilievo mediatico.
Rispettivamente Lucy è stata suo malgrado spettatrice di uno spettacolo razzista poco edificante a Lucca dove un branco di fighetti ha insultato un ragazzo di colore sbeffeggiandolo con epiteti razzisti e quel che più ha colpito la principessa guerriera è il fatto che nessun'altro li abbia redarguiti(www.ilfattoquotidiano.it ).
L'altra bella cartolina italiana arriva dalle vie centrali di Roma dove un poliziotto ha fermato il cantante Morrissey per più di mezz'ora davanti ad un negozio con un arma puntata al volto con vari testimoni,allertando gli italiani a stare attenti alla polizia perché potrebbe ucciderci...ma questo lo sapevamo già(contropiano.org ).

La Principessa Xena sgrida tre ragazzini in strada a Lucca: “Razzisti. Se avessi saputo meglio l’italiano…”

Lucy Lawless, la 49enne attrice neozelandese, che dalle sue pagine social mostra la sua decisa indignazione: l'episodio è accaduto a Lucca dove, per strada, tre ragazzi hanno insultato un coetaneo di colore.

di Davide Turrini
La principessa XenaLucca e il solito squallido razzismo all’italiana. Arriva da Facebook l’ennesimo ed inqualificabile episodio razzista che vede come in una scena già vista un gruppo di ragazzini “bianchi” e italiani, e il ragazzo con la pelle “nera”. Mentre per una volta lo sdegno e il racconto della vicenda è da ascrivere a Lucy Lawless, la 49enne attrice neozelandese, che dalle sue pagine social mostra la sua decisa indignazione. “Stavo passeggiando per Lucca la scorsa notte e davanti a me camminavano sei ragazzi ben vestiti di 18-19 anni”, spiega la Lawless, celebre interprete della serie tv fantasy anni novanta prodotta da Sam Raimi. “All’improvviso un ragazzo di colore è passato di fianco a noi in bici, e uno dei ragazzi vestiti bene comincia a battere le mani e a saltare come uno scimpanzé urlandogli ‘Gabon’.  Un altro ragazzo si accoda nel ripetere il verso e un terzo si unisce a loro urlando e applaudendo minacciosamente, mentre gli altri si limitano a guardare e sorridere”. “Orribile, veramente orribile”, gli ho ringhiato in italiano – continua l’attrice-, “I ragazzi sono subito rimasti scioccati dal fatto che un adulto li avesse richiamati. Se fossi stata più preparata e avessi saputo meglio l’italiano gli avrei spiegato con calma che le passate generazioni di italiani sono emigrate in altri Paesi e che il loro comportamento era una forma di terrorismo. Probabilmente erano sconvolti dal fatto che il ragazzo di colore non avesse le loro stesse maglie con il colletto alzato come scolaretti e le loro braghette color pastello. O ancor più semplicemente stavano mettendo alla prova il loro testosterone su qualcuno che percepivano più debole. Ad ogni modo non c’è dubbio su chi fossero gli scimpanzé in tutta questa situazione”.
Il post raccoglie in poche ore 8700 like e viene commentato da centinaia e centinaia di persone. Tra questi molti utenti italiani che si scusano del comportamento indegno dei loro giovani connazionali e spiegano che in Italia un sacco di gente lotta contro il razzismo e la stupidità. Poi c’è anche chi ricorda l’ospitalità di Lucca per i rifugiati di guerra, e chi persino (sempre utenti italianissimi) sottolinea scherzosamente che “se non fossero stati adolescenti avrebbero riconosciuto la principessa guerriera che gli urlava contro e per una volta se la sarebbero fatta nei pantaloni”. Lucy Lawless è diventata famosa per aver interpretato a metà anni novanta i 134 episodi di Xena: la principessa guerriera, serie fantasy in costume che ha anticipato gli inserti hot tra battaglie mitologiche prima de Il Trono di spade, anche se successivamente l’attrice neozelandese non è più riuscita a trovare né nel cinema, né nella tv, personaggi all’altezza della fama raggiunta.

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Polizia violenta. Ci va di mezzo Morrissey degli Smiths.

Qualche sprovveduto ancora crede che gli agenti delle “forze dell’ordine” siano dei bravi ragazzi sempre pronti ad aiutare il prossimo e a difenderci dai “delinquenti”. Ce ne saranno anche, non vogliamo metterlo in dubbio, ma ci sembra sicuro che i vari “decreti Minniti” e anche la fine ingloriosa della proposta di legge sulla tortura abbiano scatenato – nelle suddette forze dell’ordine – istinti mai troppo repressi. Ma inquietanti.
Quando la violenza poliziesca si sfoga su “antagonisti” o dropout marginali risulta abbastanza semplice derubricare certi atti a “eccesso di zelo” o addirittura a “scontri” (se dieci menano e uno le prende, secondo la Crusca, si chiama ancora “pestaggio”). Sono dunque gli episodi che coinvolgono cittadini normali quelli che consentono di far venire alla luce quelle pulsioni violente nascoste nell’ombra.
Ancora più chiaro se quello preso di mira è addirittura un Vip internazionale, nella strada più centrale e shoppingara di Roma, via del Corso.
Le cronache di questi giorni narrano che Steven Patrick Morrissey, cantante dei disciolti The Smiths, si è ritrovato sotto il naso la canna di una pistola. “Mi sono ritrovato con una pistola puntata addosso senza alcun motivo”, ha dichiarato l’artista sul suo profilo facebook. Il tutto davanti a testimoni (il cantante era insieme al nipote, Sam Esty Rayner) e sulla porta di un negozio trendy come quello della Nike.
Morrissey dichiara di esser stato trattenuto per 35 minuti da un poliziotto che gli ha richiesto i documenti. Ma, per sfortuna di Morrissey, questi erano rimasti nella stanza d’albergo. Il cantante assicura che “Non ho in alcun modo violato la legge o assecondato un comportamento sospettoso”. Anche perché, a quell’ora e in quel luogo, molti passanti si sono fermati per solidarizzare con “il fermato” e contestare ridendo “l’agente”.
Il poliziotto è così finito al volo sui social network (arma a doppio taglio, vero boys?), mentre apostrofava con voce rabbiosa il povero Morrissey: “So chi sei”. Forse non gli piaceva la sua musica…
Tutto è poi finito, ovviamente, in un nulla di fatto. Ma il buon Morrissey ci ha tenuto a chiudere il post con un consiglio rivolto a tutti noi, sventurati cittadini italiani: “Metto in guardia le persone, perché il poliziotto ha avuto un atteggiamento esageratamente aggressivo. Potrebbe uccidervi”.

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