mercoledì 4 aprile 2018

CHI CE L'HA CON LA RUSSIA?


Risultati immagini per american propaganda against russia putin
Dalla fine della guerra fredda,da quando l'URSS è scomparsa dalle cartine geografiche ma evidentemente non dalla storia,questo degli ultimi mesi è il più grande attacco mediatico ed economico che la Russia,eredità di quel tempo non nel senso prettamente politico,abbia mai subito.
Nei due articoli di Contropiano(politica-news gentiloni e internazionale-news russiagate assange )il problema visto da un'Italia che si trascina al resto del mondo occidentale con gli Usa e il Regno Unito in particolar modo che non solo punzecchiano ma puniscono con sanzioni economiche tutto un paese,mentre nel secondo subentra pure Assange(quello di Wikileaks)e si parla di suoi incontri nel 2016 con dei collaboratori per la campagna elettorale di Trump.
E tutti sappiamo del Russiagate,della Clinton e dello stesso Trump accusato di essere stato molto vicino alla Russia per screditare l'avversaria durante l'ultima tornata elettorale per le presidenziali statunitensi.

Gentiloni si accoda alla campagna antirussa, per ipotecare il prossimo governo.

di  Alberto Fazolo 
In questi giorni abbiamo assistito ad un fatto tanto preoccupante quanto inedito: un Governo dimissionario, nei suoi ultimi istanti di vita ha fatto uno strappo gravissimo espellendo due diplomatici russi. Non si era mai visto nulla del genere.

Guardando i fatti nella loro essenzialità, sembrerebbe di stare di fronte all’inizio di una pericolosa escalation, ma per fortuna forse le cose sono più semplici (e più meschine) di quanto non possa apparire.

Ovviamente non sappiamo cosa possa balenare nella testa di qualcuno che non si vedrà rinnovato l’incarico, però si possono fare delle ipotesi, che ad onor del vero seppur rassicuranti non sono affatto edificanti.

Bisogna tener presente che il Governo uscente, se paragonato ad altri della NATO, non era poi così ostile alla Russia. Invece, la nuova eventuale maggioranza di Governo potrebbe essere rappresentata da forze decisamente filo-russe. Tutti conoscono bene l’ammirazione di Salvini verso Putin e si ricorderanno che in alcuni suoi comizi la Lega teneva la bandiera russa sul palco. Diverso il caso del M5S, in quanto l’organizzazione risponde a delle logiche non propriamente convenzionali e lineari: tuttavia alcune sue anime sarebbero chiaramente filo-russe. A ciò si aggiunga l’allarme lanciato da più parti (compreso il Congresso USA) sull’ipotesi che quei due partiti siano sostenuti economicamente dalla Russia.

Risulta quindi evidente che qualora si riuscisse a formare un nuovo esecutivo formato da Lega e M5S, la politica estera italiana potrebbe iniziare ad avere un atteggiamento più amichevole verso la Russia.

A detta di molti lo strappo diplomatico di questi giorni sarebbe motivato proprio dall’intento di contenere lo spostamento della linea di politica estera italiana. Tuttavia quest’ipotesi si scontra con due limiti. Il primo è l’egocentrismo, perché questa operazione è solo la parentesi nostrana di una ampia operazione globale di boicottaggio della Russia: diplomatici sono stati espulsi da molti paesi. Ovviamente, non è che tutto questo trambusto possa essere stato architettato solo per contenere il Governo italiano (che oltretutto non è detto che si riesca a formare). Il secondo limite riguarda la dimensione di scala, infatti l’Italia ha espulso solo due diplomatici, mentre in altri paesi si ragiona in termini di decine. A tal riguardo sono illuminanti le parole Lavrov, Ministro degli Esteri russo, che dice “Quando uno o due diplomatici vengono invitati a lasciare questo o quel paese, e ci sussurrano nelle orecchie le scuse, sappiamo per certo che questo è il risultato di pressioni e ricatti colossali da parte di Washington”.

Pare quindi evidente che in Italia si sia voluto fare un gesto che fosse sostanzialmente una dimostrazione di lealtà verso le forze atlantiche. Non sarebbe la prima volta e purtroppo forse non sarà l’ultima.

Rimane però da spiegare perché si sia voluta fare una forzatura istituzionale del genere, l’Italia si sarebbe potuta tranquillamente chiamare fuori dalla vicenda trincerandosi dietro l’assenza di un esecutivo. Eppure, si è voluto fare questo gesto abnorme, assurdo, apparentemente scriteriato. In un paese normale un fatto del genere sarebbe impensabile, perché è al limite dell’eversione (quasi un Golpe), ma in Italia si prefigura una spiegazione assai sconfortante: probabilmente questo gesto serve a dire che abbiamo ampiamente fatto la nostra parte nella campagna russofobica internazionale. A questo punto nei prossimi mesi nessuno ci può più chiedere di fare nulla contro la Russia, perché è come se l’Italia avesse maturato un credito.

Ebbene, tra poco ci saranno i mondiali di calcio in Russia, a cui l’Italia non si è qualificata. Nell’ambito della campagna russofobica pare che alcune nazioni vogliano boicottare la manifestazione, se così fosse, l’Italia potrebbe essere ripescata. A quel punto le forze atlantiche chiederebbero anche all’Italia di boicottare i mondiali: però quella sarebbe l’occasione perfetta in cui spendere il credito maturato. Cioè, l’Italia potrebbe dire d’aver già fatto la propria parte nella campagna contro la Russia e si considererebbe libera di partecipare ai mondiali.

La partecipazione ai mondiali val bene tutto ciò.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Russiagate: spunta anche Assange, ed è in arrivo una “tempesta”.

di  Alessio Ramaccioni   
Potrebbe essere il copione di una serie tv ben fatta, articolata, piena di colpi di scena, con decine di personaggi che improvvisamente irrompono, facendo crescere la suspence e l’attesa di un epilogo che al momento non appare chiarissimo. Anche se per molti la tempesta è ormai in arrivo… 

Parliamo di Russiagate, l’inchiesta sulle presunte interferenze russe a sostegno di Donald Trump nel corso della campagna elettorale e poi durante le elezioni del 2016, che videro il tycoon trionfare – un po’ a sorpresa – su Hillary Clinton.

Quella che all’inizio sembrava una indiscrezione giornalistica pompata in modo un po’ sensazionalistico, nei mesi è diventata una inchiesta ampia, approfondita e molto “reale” nei suoi sviluppi.

Il procuratore speciale Robert Muller, settimana dopo settimana, ha stretto sempre più il cerchio intorno a Trump e al suo entourage, dando sostanza ad una indagine che ormai è impossibile ignorare, come di fatto sta tentando di fare il presidente Usa.

L’ultimo colpo di scena riguarda il coinvolgimento di Julian Assange, il fondatore di Wikileaks: secondo il Wall Street Journal, all’interno di uno scambio di e-mail tra Roger Stone e Sam Nunberg – due collaboratori di Trump durante la campagna elettorale – verrebbe fuori la notizia di un incontro (una cena) tra lo stesso Stone ed Assange. C’è anche una data: 3 agosto 2016. In una mail del 4, infatti, era descritto l’incontro, poi smentito dallo stesso Stone con tanto di “prove ed evidenze” di una sua presenza a Los Angeles nel giorno in cui si sarebbe incontrato con Assange.

Ma evidentemente qualcosa di possibile c’è, per Mueller ed il suo staff di investigatori: ad insospettire gli inquirenti, sempre secondo il WSJ, la pubblicazione da parte di Wikileaks di migliaia di mail sottratte allo staff della Clinton che, sempre secondo l’ipotesi di accusa, sarebbero state ottenute dall’attività di alcuni hacker russi.

Questo, in breve, il quadro investigativo. Un altro tassello di un puzzle che – sebbene a volte appaia un po’ “forzato” nel voler trovare connivenze tra Trump e Putin – più passa il tempo e più appare quantomeno plausibile, ed utilizzabile anche strumentalmente per attaccare l’attuale amministrazione americana.

Ma la “notizia di giornata” – o quantomeno la previsione – peggiore per Trump arriva da una intervista rilasciata alla rete Abc da Alex Castellanos, “spin doctor” repubblicano che ha lavorato alle campagne per Jeb Bush e Mitt Romney (senza grandi successi – ndr).

Secondo lui, Trump dovrebbe iniziare a “rinforzare il team legale” in attesa delle elezioni di Midterm, quando secondo molti analisti i repubblicani potrebbero perdere anche in modo significativo. Per Castellanos è probabile che Muller possa andare a mettere le mani anche nella complessa storia finanziaria di Trump, ed i risultati di un ulteriore allargamento dell’indagine, uniti al risultato elettorale avverso, potrebbero voler significare impeachment.

Nessun commento: