sabato 21 aprile 2012

IL METODO ITALIANO

Dall'articolo preso da"Repubblica"si evince che il caso dei marò assassini arrestati in India per l'omicidio di due pescatori sta prendendo una piega maligna per la giustizia con il Ministro della Difesa Di Paola che offre ai familiari delle due vittime 146 mila Euro di soldi pubblici cadauno.
Questa vera e propria mazzetta promessa come risarcimento ha dell'ordinario in uno Stato dove chi è ricco e ha denaro compra la giustizia,senza nessuna retorica e polemica,qui è così ed il metodo italiano mi sa tanto che funzioni pure all'estero.
Ribadendo la mia idea già espressa in altri momenti(vedi:http://lombardia.indymedia.org/node/44641 e http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2012/03/e-adesso-basta-pero.html )ritengo giusto un processo in terra indiana ed un'eventuale condanna,anche a morte,per questi fascisti in divisa...altro che tutta l'Italia li rivuole a casa o amenità simili,ma anche qui chi ha i soldi fa sentire di più la sua voce.

Caso marò, soldi alle famiglie dei pescatori
Di Paola: "Atto di generosità del governo"

Contatti tra i funzionari del ministero della Difesa italiano e i legali indiani. Saranno versati a titolo di indennizzo 10 milioni di rupie, pari a poco più di 146.000 euro. La moglie di Massimiliano Latorre: "La Difesa ci dia la stessa attenzione". La Corte suprema indiana esaminerà oggi un 'ricorso eccezionale' riguardante la legislazione da applicare (italiana o indiana) alla vicenda
 
NEW DELHI - "E' stato un atto di donazione, di generosita', ex gratia, al di fuori di un contesto giuridico". Così il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, conferma la donazione in denaro alle famiglie dei due pescatori uccisi in India uccisi il 16 marzo scorso al largo delle coste dello Stato del Kerala, India sud-occidentale, e della cui morte sono accusati i marò italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre 1, che li avrebbero scambiati per pirati. Lo riferisce il quotidiano 'The Times of India', secondo cui a ciascuna della due famiglie dovrebbero essere versati a titolo di indennizzo 10 milioni di rupie, pari a poco più di 146.000 euro. Di Paola, però, nega che si si trattato di un'intesa valida giuridicamente. La decisione del governo italiano, però, provoca la reazione della moglie di Massimiliano Latorre: "Mi aspetto dal ministero della Difesa la stessa attenzione dedicata alle famiglie dei pescatori indiani".

Secondo quanto si legge sul sito di Times of India, "un team composto da funzionari del ministero della Difesa e del ministero degli Esteri italiano hanno condotto nei giorni scorsi i colloqui con i legali che rappresentano le famiglie dei due pescatori, Valentine Jelestine e Ajeesh Pink". Ai colloqui, si legge ancora sul quotidiano indiano, hanno partecipato anche i preti delle parrocchie dei due pescatori che appartenevano alla comunità cristiana
dello stato del Kerala. L'accordo sull'indennizzo, che è stato raggiunto ieri, verrà presentato oggi all'alta corte di Kerala, aggiunte ancora il Times of India.

La moglie di uno dei due pescatori uccisi ha poi confermato di avere presentato una domanda di composizione immediata della vertenza all'alta corte di kochi, dov'è in corso una causa per la giurisdizione, precisando che il governo italiano ha dato il suo assenso a versare un risarcimento mostrando così la sua volontà di risolvere la questione. La vedova del pescatore ha aggiunto che utilizzerà il risarcimento per garantire migliori condizioni di vita ai figli.

Nel frattempo la Corte suprema indiana esaminerà oggi un 'ricorso eccezionale' riguardante la legislazione da applicare (italiana o indiana) alla vicenda. Con questa mossa i legali cercano di accelerare il giudizio sulla giurisdizione. La causa su questa questione è aperta presso l'Alta Corte di Kochi, nello stato del Kerala dove la nave Enrica Lexie su cui viaggiavano i marò è sotto sequestro. Qui però, a causa di un periodo di vacanza, la prossima udienza verrà fissata solo dopo il 20 maggio.

La Corte, intanto, ha rinviato al 30 aprile l'udienza per il rilascio della Enrica Lexie sequestrata a Kochi. Quando stava per dare l'ok alla partenza della nave il giudice ha constatato l'assenza di un documento di notifica alla moglie di uno dei due pescatori morti ed ha disposto il rinvio.

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