giovedì 17 maggio 2012

LA GUERRA DICHIARATA DA MADRID AD EUSKAL HERRIA

La sentenza che ha condannato a sei anni di carcere alcuni rappresentanti politici e sindacali baschi è una condanna che ha del ridicolo se non ci fossere in gioco delle vite umane che hanno messo la faccia per portare avanti un processo di pace duraturo tra Euskal Herria e il governo spagnolo.
Invece il tribunale supremo di Madrid ha ribaltato le intenzioni di queste persone tacciandole di terrorismo e di voler ricostituire un fronte politico agli ordini di Eta,cosa che è tutto il contrario di quello che i giudici spagnoli hanno capito.
Questi ultimi,ancora succubi del"giudice stella televisiva"Garzon(uno tipo il nostro Caselli che su una cosa giusta fatta ne combina una decina da strapparsi i capelli),hanno creduto ad un castello di accuse infondate e false,imprigionando per terrorismo personaggi come Arnaldo Otegi e Rafa Diez(vedi:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2009/10/ancora-arresti-in-euskal-herria.html )che invece stavano lottando per incentrare la lotta sul dibattito politico seppur duro e puro.
Senza contare gli arresti ed i feriti avvenuti durante gli ultimi scioperi avvenuti a fine aprile dove le strade sono state insanguinate dagli elementi peggiori della sbirraglia fascista spagnola(come se esistessero anche quelli migliori,vabbè)
Non si può che in Euskal Herria dei ragazzi possano venire incarcerati per un anno e mezzo(il loro carcere preventivo)per la distrubuzione o l'affissione di materiali politici,non è possibile che dei leaders sindacali facciano anni di galera perché parlano ad un comizio.
Ho sentito a Bilbo i discorsi dei sindacalisti del Lab il primo maggio ed è stato inebriante rispetto alle solite solfe nostrane,in un'oretta si sono alternati una decina di rappresentanti di varie categorie(dal commercio al trasporto pubblico passando dagli insegnanti agli operai di fabbrica),poche frasi in euskera e in castigliano e poi via,tutti attenti e tanti applausi,e poi le ultime due donne che personaggi e che ragionamenti..altro che la Camusso!
Euskal Herria è così,un paese così tanto bello e pieno di gente orgogliosa e pronta a combattere per i propri diritti e per la propria autodeterminazione,ma anche tanto difficile in quanto devi stare sempre all'erta e dosare sempre bene le parole e i fatti per non incappare nella galera che è sempre posta ad una distanza il massimo possibile lontano da casa.
Qui c'è gente con i controcoglioni sia in campo politico che sindacale,uomini e donne che farebbero impallidire i nostri Cobas più duri e le nostre sinistre più estreme,sono persone che fanno della fierezza uno stile di vita inculcato fin dall'infanzia:qui si parla del futuro di Euskal Herria e qui non si scherza.
Borroka da bide bakarra!

La Spagna è in guerra. Coi baschi .
Con una sentenza scandalosa il Tribunale Supremo di Madrid condanna a 6 anni di carcere leader sindacali e politici baschi. Quelli che hanno creato le condizioni affinché l'ETA dichiarasse una tregua che potrebbe diventare scioglimento. La classe politica spagnola vuole rimanere in guerra...
Ormai sono passati anni – sembrano secoli – da quando l’ETA ha deciso di abbandonare la lotta armata iniziata negli anni ’60 e da quando nelle città basche non si verificano più sabotaggi e attacchi violenti agli esponenti degli apparati di sicurezza. Recentemente una commissione composta da verificatori internazionali, dopo un attento esame, ha certificato la volontà da parte dell’organizzazione combattente di abbandonare per sempre le armi e di disarmare, se solo Madrid farà qualche passo. Ma Madrid si sente in guerra. E’ in guerra.
Come dimostra l’assurda sentenza sul caso 'Bateragune' che ieri ha portato i giudici del Tribunale Supremo a confermare pesanti condanne – solo parzialmente ridotte – nei confronti di leader politici e sindacali della sinistra indipendentista accusati di terrorismo in base al teorema ‘tutto è ETA’ che in questi anni ha riempito le carceri di Francia e Spagna di centinaia di attivisti politici, intellettuali, internazionalisti, giornalisti, ecologisti. Un teorema al quale gli apparati repressivi non vogliono rinunciare neanche ora che ETA fa solo politica, e non più attività armata.
Oggetto della vendetta di Stato, tra l’altro, sono rappresentanti della sinistra politica e sociale basca – Arnaldo Otegi (ex portavoce di Batasuna) e Rafa Diez (ex segretario generale del sindacato Lab) – che in questi anni si sono spesi enormemente affinché allo scontro armato si sostituisse quello anche aspro ma esclusivamente politico. Una sentenza incomprensibile da parte di uno Stato che vuole rimuovere un elemento di conflitto costato centinaia di vittime – da entrambre le parti – e sofferenze a un’intera società per decenni. Ma che l’intransigenza e la cecità della risposta repressiva degli apparati di Madrid e della sua magistratura nei confronti del movimento indipendentista basco potrebbe riportare all’ordine del giorno, nonostante gli sforzi in senso contrario della direzione dell’ETA e della sinistra basca.
Negli ultimi mesi il governo di destra spagnolo, e i governi locali delle borghesie catalana e basca, hanno scatenato una vera e propria caccia all’oppositore, estendendo a movimenti sociali e sindacali non necessariamente legati all’indipendentismo basco un trattamento riservato finora ‘ai terroristi e a chi li sosteneva’. Mentre il governo vara leggi speciali e nuovi reati che di fatto sospendono la libertà di manifestazione ed espressione, cariche indiscriminate, arresti di massa e tortura stanno diventando la normalità in tutto lo Stato. In particolare contro coloro che oggi si mobilitano contro l’applicazione degli ordini della Troika: durante e dopo lo sciopero generale del 29 marzo le diverse polizie – statali o locali – hanno arrestato e malmenato centinaia di attivisti e attiviste, tra questi numerosi dirigenti di sindacati conflittuali e di classe.
Tornando alla sentenza di ieri, la Spagna conferma così che continua ad associare la politica al terrorismo. Infatti Otegi e Diez, insieme a Miren Zabaleta, Sonia Jacinto e Arkaitz Rodriguez – sono stati condannati perché avrebbero avuto in mente di creare un nuovo movimento politico, per sostituire e ricostituire la già illegalizzata Batasuna, e obbedire così alle direttive dell’Eta. Il che renderebbe di fatto i cinque leader politici e sindacali membri dell’organizzazione armata essi stessi. Ma se così fosse, se i cinque sono dei pericoli terroristi, perché condannarli a “soli” 6 anni di carcere? Non sfugge l’ipocrisia dei teoremi giudiziari che furono del supergiudice Garzon – caduto ormai in disgrazia – e che ora caratterizzano gli apparati di uno Stato che continua imperterrito a perpetuare una guerra che proprio quei leader imprigionati e condannati stanno facendo di tutto per disinnescare...
Una ipocrisia che viene rivelate dalle motivazioni con cui uno dei due giudici del Tribunale Supremo che ha votato contro la condanna ha motivato la propria decisione. “Il fatto che fosse una volontà di Eta quella di formare un fronte politico indipendentista che riunisse tutte le forze, al di fuori del Pnv, non significa che gli imputati abbiano agito sotto l’ordine di Eta” ha spiegato il magistrato Alberto Jorge Barreiro.
Vallo a spiegare a Rajoy e ai suoi ministri con l’elmetto…
Marco Santopadre
tratto da http://www.contropiano.org

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